In una giornata che ha fatto registrare le aperture al dialogo sulle riforme di An e Udc, Walter Veltroni rilancia sul tema della legge elettorale, proponendo “un sistema proporzionale, senza premio di maggioranza, che riduca la frammentazione e dia la possibilità ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti”.
Il neo segretario del Pd si dice disponibile al dialogo con il centrodestra (“Sono 13 anni che parliamo di comunisti e di Berlusconi, è giunto il momento di cambiare”), ironizzando: “Farò finta di non sentire i loro no”. E spiega: “Con il sistema proporzionale un partito si candida con un programma in base al quale chiede il voto e se su quel programma avrà ottenuto un consenso più ampio del proprio partito ci saranno altre forze che convergeranno, altrimenti ci sarà solo il partito”. Secondo Veltroni è necessario “passare dalle alleanze fatte prima del voto e con il programma fatto dopo, al contrario. Si fa un programma e su quello si verifica chi è d’accordo e chi lo è si presenta insieme alle elezioni cosicché i cittadini votano quello sapendo qual è il programma e qual è l’alleanza”. Lo stesso sottolinea che non si tratta di una rinuncia all’idea del maggioritario, da lui sempre coltivata: “Il premio di lista in realtà non c’è mai stato. In questo proporzionale puro sono almeno tre i correttivi forti in senso maggioritario. Primo, collegi uninominali con cui vengono assegnati il 50 per cento dei seggi; secondo, L’ampiezza limitata delle circoscrizioni, che con lo sbarramento favorisce i partiti molto radicati localmente ma impedisce la frammentazione; terzo, sistema di ripartizione dei seggi della circoscrizione è basato non sul quoziente ma sul cosiddetto metodo d’Hondt”. Quest’ultimo è un metodo matematico (prende il nome del belga Victor d’Hondt, che nel 1878 lo mise a punto) per l’attribuzione dei seggi sistemi elettorali proporzionali che favorisce i grandi partiti, in particolare il più votato, e sfavorisce quelli minori riducendo la frammentazione partitica.
Parole, quelle di Veltroni, che destano però perplessità negli ambienti referendari. Il senatore miniano Natale D’Amico, tesoriere del comitato per il referendum sulla legge elettorale, commenta: “Siamo preoccupati se Veltroni si esprime a favore di un sistema elettorale proporzionale senza premio di maggioranza, che è esattamente il sistema elettorale della prima repubblica. E siamo preoccupati di chi accetta qualunque elettorale pur di impedire il diritto degli elettori al referendum. Diritto che il comitato referendario è impegnato difendere se necessario anche in un’aspra battaglia politica”. Anche il leader dello Sdi, Enrico Boselli, è critico: “Prima di giudicare la proposta Veltroni-Bertinotti bisognerà conoscerla. Per ora mi sembra uno spezzatino con una parte di sistema tedesco e una di spagnolo. Credo però che occorra parlare chiaro e che se si lavora sulla base del sistema elettorale in vigore in Germania, con tanto di clausola di sbarramento per ridurre la frammentazione, allora bisogna anche avere il coraggio di dire che il bipolarismo va superato”.