AVERSA. “Il ricorso deve essere accolto con consequenziale annullamento della deliberazione impugnata, dovendo il consiglio comunale procedere ad una nuova elezione scegliendo i revisori tra coloro che hanno superato positivamente superato la fase di verifica dei requisiti secondo quanto stabilito dall’avviso pubblico”.
Questo il testo della sentenza n. 6410/07 del Tar Campania, notificata al comune lunedì 23 luglio, che di fatto mette una pietra sulla vicenda della nomina irregolare dei revisori dei conti. Questa la storia. Nello scorso aprile il consiglio comunale procedeva alla nomina del nuovo Collegio dei Revisori dei Conti nelle persone di Nicola Musto, Francesco Grimaldi e Nazzareno Mollichella. Tale elezione era stata preceduta da un avviso pubblico nel quale veniva stabilito il termine perentorio del 29 dicembre 2006 per la presentazione delle candidature. Pochi giorni dopo l’ufficiale scelta, uno dei presentatori dell’istanza, Luciano Cristofaro, già segretario dell’Ordine dei Commercialisti di Caserta, chiede l’annullamento della selezione in quanto Musto e Mollichella avevano presentato la domanda il 3 gennaio 2007, mentre Grimaldi era stato eletto addirittura senza presentare formale domanda. Oggi la svolta con la notifica ufficiale al Comune di Aversa dell’accoglimento del ricorso e per effetto l’annullamento della deliberazione e la condanna al pagamento delle spese processuali per il complessivo importo di 2500 euro. “Appena è terminato il consiglio comunale in cui i tre colleghi sono stati nominati, quasi tutti i consiglieri, di destra e di sinistra mi hanno invitato ad inoltrare il ricorso”, ha dichiarato Cristofaro, raggiunto telefonicamente. Ma le cose non starebbero proprio così. Sembrerebbe, infatti, che la sentenza del Tar sia del tutto illegittima in quanto l’Ente comune può scegliere i propri revisori di conti anche non tenendo conto delle domande presentate, ma, trattandosi di rapporto fiduciario, scegliendoli tra coloro che idoneamente sono iscritti all’Ordine dei Commercialisti Nazionale. Un dato è certo: in mancanza di un organo che vigili sul bilancio e sulle spese effettuate ogni cosa potrebbe essere fatta, in bene ed in male.