ROMA. Il futuro del governo Prodi sarebbe nelle mani di Lamberto Dini. Sarebbe perché nella votazione finale alla Finanziaria in programma oggi (o domani) il liberaldemocratico, assieme ai suoi due senatori, Giuseppe Scalera e Natale DAmico, potrebbe anche risultare non decisivo grazie ai senatori a vita, che sono attesi in cinque. guarda la diretta dal Senato
La senatrice a vita Rita Levi Montalcini si è infatti detta disponibile a rinviare il suo viaggio allestero per poter essere presente al voto, così come non dovrebbe mancare lex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, mentre incerta è la presenza dellaltro ex presidente Oscar Luigi Scalfaro. E, ancora, sarebbe perché alla fine sembra che Dini voterà si, anche se non mancherà critiche nei confronti della maggioranza. Insomma, i problemi tra Dini e il centrosinistra potrebbero verificarsi non adesso ma dopo la Finanziaria.
Intanto corrono voci su un progetto politico al Senato per la costituzione di un gruppo unico liberal-popolare composto da Udeur, diniani e in cui potrebbe rientrare lex ulivista Domenico Fisichella. Non è un segreto, infatti, che molti, Mastella in primis, vogliano creare un gruppo da contrapporre alla Cosa rossa formata da Rifondazione, Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica, che si stanno federando a Palazzo Madama.
Nella votazione odierna il centrosinistra avrà bisogno di tutti i suoi 158 voti, considerando che il centrodestra ne ha a disposizione 157. Voteranno si il dissidente della sinistra Fernando Rossi, mentre laltro dissidente Turigliatto non parteciperà alla seduta. De Gregorio (ex Idv, ora allopposizione), dopo aver annunciato di abbandonare laula, ci ha invece ripensato e oggi voterà. Nonostante le polemiche anche lUdeur di Mastella, assieme a Bordon e Manzione, voterà a favore. Lago della bilancia, dunque, è Dini.
Ricordiamo che la giornata di ieri al Senato è stata di fuoco. Il voto è slittato ad oggi per le proteste del centrodestra che ha chiesto più tempo sullemendamento (articolo 91) relativo alla riformulazione della norma sugli stipendi ai dirigenti pubblici, resasi necessaria per ottenere il voto favorevole dellUdeur. Ben tre le riunioni dei capigruppo che hanno determinato sospensioni durante la votazione. Nel tardo pomeriggio, alle 18.38, dopo otto ore di stallo, lAula ha approvato larticolo 92 che fissa un tetto del 35 per cento alla spesa per il lavorio precario o flessibile nella pubblica amministrazione. Lo stesso articolo prevede il taglio del 10% degli straordinari nella pubblica amministrazione, compresi i corpi di polizia, le forze armate e i vigili del Fuoco.
Restano da approvare otto articoli, tra cui larticolo 91 sugli stipendi dei dirigenti pubblici e larticolo 93 per la stabilizzazione dei precari. Poi il voto finale che, come ha riferito il presidente del Senato Marini, se necessario potrebbe slittare anche a domani.
Dall”opposizione, il suo leaderSilvio Berlusconi è convinto: “Non c”è stata mai aria di spallata, la sinistra imploderà da sola”. L”ex premier ritiene che il governo Prodi “non è più moralmente e politicamente legittimato, ma non necessariamente cadrà domani nè in questi giorni. Comunque non può certamente durare a lungo”. “Anche in occasione di questa votazione si sono si sono appalesate delle divergenze nella maggioranza, fratture ricomposte con mance anche a singoli componenti a spese dei cittadini italiani. Lo spettacolo è sotto gli occhi di tutti”.
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