PERUGIA. È stato catturato Rudy Hermann Guede,ritenuto il quarto uomo coinvolto nellomicidio della studentessa inglese Meredith Kercher.Ha 21 anni ed è originario della Costa d”Avorio. Era in Germania, vicino Wiesbaden. A metterlo in manette l”Interpol.
Ricercato da diversi giorni, per lui era spiccato un mandato di cattura internazionale. Il pm Giuliano Mignini ha ottenuto un ordine di custodia cautelare contro di lui in quanto le sue impronte, conservate nell”archivio della sezione stranieri della questura, sarebbero compatibili con quellerinvenute sul cuscino della vittima. Il giovane era già noto alle forze dellordine per piccoli precedenti relativi allo spaccio di droga. Giunto dalla Costa d”Avorio, Hermann era stato adottato da una facoltosa famiglia di Perugia con la quale avrebbe poi rotto ogni rapporto visto il comportamento ribelle. Dall”Umbria siera poi trasferito a Milano dove è stato più volte denunciato per furto.Sembra che sia rientrato a Perugia pochi giorni prima del delitto, per poi ricomparire a Milano all”indomani dell”omicidio. Nella stagione 2004-2005, come si evince da alcune ricerche sul web, ha militato nella squadra di basket di Perugia. Le impronte insanguinate sul cuscino della studentessa, che gli vengono accreditate, attesterebbero il fatto che lui abbia avuto un rapporto sessuale con Meredith. Anche le feci trovate nel water dell”abitazione in cui si è consumato il delitto corrisponderebbero al suo profilo genetico. Potrebbe essere lui l”uomo che la mattina del 3 novembre veniva notato con Amanda in una lavanderia a gettoni del centro storico di Perugia, intento ad infilare nella lavatrice alcuni vestiti e un paio di scarpe Nike che potrebbero coincidere con l”impronta numero 43 rinvenuta accanto al corpo di Meredith.
Intanto, continuano le indagini sui reperti acquisiti dalla polizia scientifica e gli accertamenti sui telefonini del musicista congolese Patrick Diya Lumumba e della studentessa americana Amanda Knox, compagna di appartamento di Meredith e fidanzata dell”altro indagato Raffaele Sollecito. La sera del delitto sembra che Patrick abbia spedito ad Amanda, che lavorava presso il suo locale come pr, un sms alle 20.18. Un messaggio cancellato dal telefonino e con cui il congolese dichiara di aver avvisato Amanda di non recarsi a lavoro quella sera perchè ci sarebbe stata poca gente. A quel sms Amanda avrebbe risposto alle 20.35, scrivendo “”see you later””, cioè “ci vediamo più tardi”, anche se gli americani usano questa espressione anche per un semplice saluto.
Per Patrick, comunque, potrebbero essere le ultime ore in carcere. Oggi dovrebbe essere firmato il provvedimento di scarcerazione. Mentre analisi sulcomputer di Sollecito ne confermerebbero l”uso nelle ore del delitto.