ROMA. Torna a parlare della fine della Cdl, Silvio Berlusconi, imputando come responsabile Pier Ferdinando Casini, leader del Udc.
Secondo alcuni presenti, nel corso di una riunione a porte chiuse con i coordinatori regionali e i vertici di Forza Italia, il Cavaliere avrebbe dichiarato: Né io né Gianfranco Fini abbiamo decretato la fine della coalizione. La Cdl è morta subito dopo il voto del 2006, e chi l’ha ferita a morte è stato Casini. Sempre gli stessi hanno riferito che Berlusconi immagina due grandi aree politiche occupate dal Partito democratico e dal Popolo della libertà con al centro unaltra piccola area, con un bacino di voti dell11/12%, in cui confluirebbero personaggi come Casini, Mastella, Di Pietro, Montezemolo, Pezzotta. Positivo è invece il commento su Gianfranco Fini, ribadendo il ritorno al dialogo per ricucire il rapporto. Per quanto riguarda la discussione con Veltroni, il leader del nuovo Pdl non demorde: Proseguirò il dialogo con Veltroni, occorre arrivare ad una legge elettorale che permetta ai governi di governare. Indietro non si torna e io ho l’intenzione di andare avanti su questa strada. Dichiarazioni che hanno scatenato diversi commenti.Andrea Ronchi, portavoce di An, in una nota ha affermato: Ci auguriamo che Berlusconi smentisca quanto ha detto. Perché è incontestabile che fino a oggi in Parlamento l’Udc ha contrastato le sinistre e il governo Prodi. Sarebbe grave se Berlusconi, dopo aver archiviato la Cdl, volesse continuare a dividere l’opposizione.