PALERMO. Una storia assurda quella vissuta da una 29enne palermitana, che per ben due anni è stata lontana dal figlio. Nel 2005il Tribunale le aveva tolto l’affidamento del bimbo neonato perché “accusata” di avere una relazione omosessuale con un’amica.
Nonostante lei abbia sempre negato di intrattenere una relazione lesbo e dichiarato sempre la sua eterosessualità, sia il marito che i suoi genitori affermavano il contrario. Infatti, luomo sosteneva che la moglie fumava in gravidanza, voleva abortire, siera disinteressata del figlio e per di più intratteneva una relazione omosessuale con unamica 31enne. E così il Tribunale per i minorenni decideva per laffidamento della prole al padre e ai genitori della donna. Ora, però, solo a distanza di due lunghi anni e a seguito della separazione consensuale, la donna ha potuto riabbracciare suo figlio, ma dovrà vivere nella casa con i suoi genitori. Il marito, accusato dall’ex moglie di calunnia e diffamazione, è stato assolto. Una vicenda chiaroscura in alcuni punti, ma che ha di positivo il lieto fine, ossia labbraccio della madre con il figlio.