Le strade italiane nel caos per lo sciopero degli autotrasportatori che, come annunciano le rappresentanza sindacali, si protrarrà fino a venerdì.
Al governo chiedono una migliore regolamentazione sui costi dimpresa, regole sulle tariffe e leliminazione dellabusivismo e, dunque, della concorrenza sleale. Inoltre, protestano contro laumento sproporzionato lindebitamento delle imprese, dei costi del lavoro, costi del gasolio e dei pedaggi autostradali. Per martedì è in programma una riunione presso il ministro dei Trasporti, tuttavia lo stop viene confermato. Ma dal presidente della Commissione di Garanzia, Antonio Martone, arriva un avvertimento: I sindacati degli autotrasportatori devono rispettare il codice della strada altrimenti nei loro confronti scatteranno sanzioni. Il segretario nazionale della Conftrasporto, Pasquale Russo, sottolinea come abbiano aderito allo sciopero il 90% degli autotrasportatori italiani: Le aziende ferme commenta Russo – sono più di 130 mila, evidentemente a differenza di quanto pensava il ministro non è solo una minoranza della categoria a contestare le sue scelte. A questo punto ci aspettiamo che il governo prenda atto della reale situazione di difficoltà in cui versa il settore e fornisca risposte adeguate alla categoria. Intanto notevoli sono i disagi provocati dallo sciopero. A cominciare da quelli sulle autostrade, per la presenza dei tir fermi sulla carreggiata: sullA1 Milano-Napoli bloccate le stazioni di Anagni, Caianello e Caserta Nord, nonché la barriera di Roma Nord; altre code sulla A3 Napoli-Salerno, sulla A4 Milano-Brescia, sulla A7 Genova-Serravalle e sulla A 14 Bologna-Taranto allaltezza di Val di Sangro. 500 tir sono fermi tra la barriera autostradale e lautoporto di Ventimiglia. Problemi anche alle vie marittime: bloccato laccesso agli imbarcaderi per la Sicilia di Villa San Giovanni; in Sardegna paralizzati i porti di Olbia, Porto Torres e Cagliari. Problemi anche per i consumi: il rischio è quello che lItalia nei prossimi giorni resti senza benzina e con poche scorte alimentari, per via dei mancati rifornimenti, soprattutto in questo periodo natalizio dove si registrano aumenti delle vendite.