Mercato dei voti, Berlusconi indagato per corruzione

di Redazione

Silvio Berlusconi NAPOLI. Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi è indagato dalla Procura di Napoli con l’accusa di corruzione del presidente di RaiFiction Agostino Saccà e per istigazione alla corruzione di alcuni senatori del centrosinistra finalizzata a dare la “spallata” al governo Prodi. Lo scrive oggi il quotidiano Repubblica.

Tra i senatori coinvolti c’è Nino Randazzo, eletto in Australia nella circoscrizione estero. L’inchiesta si basa sulla testimonianza resa da quest’ultimo e da intercettazioni telefoniche tra il Cavaliere, Saccà e altre persone. Il presidente di RaiFiction, tra il giugno e il novembre di quest’anno, avrebbe allacciato rapporti con Berlusconi poiché desideroso di lasciare la tv di Stato e creare nei pressi di Lametia Terme, nella sua Calabria, una “città della fiction”. Si tratta del progetto “Pegasus”. Durante alcune telefonate (Berlusconi chiama e riceve dal cellulare di un suo bodyguard) entrambi discutono del film su Federico Barbarossa e il Cavaliere gli raccomanda quattro nomi di candidate attrici. Tra queste c’è Evelina Manna. “Non è affar mio, mi è stata segnalata da un senatore del centrosinistra che mi può essere utile per far cadere il governo”, dice Berlusconi, che poi assicura Saccà: “Saprò ricompensarla quando lei sarà un libero imprenditore come mi auguro avvenga presto”. Saccà, dunque, comprende che è interesse di Berlusconi fare “campagna acquisti” in Senato, dove il centrosinistra ha una maggioranza risicata e, pertanto, cerca di dare una mano. In estate incontra il senatore Pietro Fuda, ex Fi oggi schierato al centrosinistra nel Partito democratico meridionale di Loiero. Stando ad una telefonata intercorsa tra Saccà e un commercialista calabrese, Pietro Pilello, Fuda avrebbe cercato di dare un aiuto a Palazzo Madama.

E poi la volta di Randazzo. Proprio il commercialista Faiello prende informazioni sullo stato economico del senatore e, stando ai filmati degli investigatori, lui stesso lo accompagna da Berlusconi, a Palazzo Grazioli. Quel che accade nella residenza romana del Cavaliere viene riferito ai magistrati dallo stesso Randazzo. Berlusconi lo accoglie con lusinghe e gli promette il posto, nel prossimo governo, di viceministro degli Esteri o di sottosegretario con la delega per l’Oceania. Sembra che all’altro senatore eletto all’estero, in Brasile, Edoardo Pollastri, Berlusconi abbia offerto una delega di sottosegretario al Sudamerica. A Randazzo promette, poi, il posto di numero 2, appena dietro di lui, nella lista nazionale alle prossime elezioni e il pagamento delle spese dell’intera campagna elettorale. Randazzo rifiuta. Berlusconi insiste e rilancia: “Ti farò un vero e proprio contratto”. Ma il senatore non cede. Un contratto: forse come uno di quelli che è stato trovato a Napoli da Sergio De Gregorio (ex Fi, eletto nel 2006 al Senato con l’Italia dei Valori di Di Pietro, poi passato all’opposizione facendosi eleggere presidente della Commissione Difesa e oggi nel gruppo misto come “Italiani nel Mondo”, movimento da lui creato) nell’ambito di un’inchiesta sul riciclaggio che lo vede indagato. Contratto a firma dello stesso De Gregorio e del coordinatore di Fi Sandro Bondi, relativo all’accordo finanziario stipulato tra il partito di Berlusconi e “Italiani nel Mondo”.

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