ROMA. Si è conclusa domenica, al Palazzo dei Congressi, zonaEur, la 6a fiera della piccola e media editoria di Roma, Più libri più liberi, con un bilancio decisamente positivo.
Accompagnata questanno dallo slogan di Umberto Eco – i libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun congegno elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in barca, anche là dove non ci sono spine elettriche -, la manifestazione si è nuovamente confermata come levento più importante dedicato al libro del centro-sud Italia. Quattrocento espositori, più di 50mila visitatori, 200 appuntamenti, tra presentazioni, dibattiti, conferenze, convegni e incontri cha hanno coinvolto autori, studiosi, personaggi della politica e dello spettacolo legati, in qualche modo, al mondo dei libri. E un settore sempre più in crescita quello degli editori piccoli e medi, protagonisti di una realtà dinamica, come dimostrano i dati presentati nel convegno dapertura: dal 2001 al 2006, gli editori hanno visto aumentare notevolmente il loro fatturato. Il lavoro dei piccoli e medi editori (libero dagli schemi commercializzati degli editori così detti maggiori) si può considerare un misto di capacità artigianali ed imprenditoriali. Sono molti i meriti culturali ed economici, che vengono ascritti alla piccola e media editoria. Per citarne alcuni, la pubblicazione di produzione specialistiche, volte a pubblici di nicchia affezionati e competenti. Il mercato della piccola editoria fa da riferimento per quei titoli che non troverebbero spazio sui banchi delle grandi librerie, facendo sopravvivere generi e forme di produzione letteraria altrimenti destinati a scomparire. Inoltre, grazie al trend di crescita economica, nelle piccole aziende editrici loccupazione è aumentata del 50% circa dal 2001 ad oggi. Ecco perché la fiera, diventata ormai un appuntamento fisso per gli addetti ai lavori provenienti da gran parte della penisola, è sempre più un invito alla lettura per un Paese come lItalia che spende sempre meno per attività culturali.