Al di là del solito e ridicolo gioco di rinfaccio reciproco delle responsabilità chiaramente diffuse e condivise, non sono pochi i politici nazionali e locali che sull”emergenza rifiuti in Campania stanno riproponendo come soluzioni alcune vecchie, fallimentari e pericolose scelte, tipo quelle dei termovalorizzatori.
L”argomento più usato a tal proposito è il seguente: in Francia ci sono già 132 termovalorizzatori, nel nostro Paese ce ne sono 45 e in Campania uno soltanto e neppure funzionante (quello di Acerra). E” il caso del sindaco di Salerno De Luca, convinto sostenitore dei termovalorizzatori dei quali promette personalmente miracoli nella sua città e le cui architetture vorrebbe addirittura far disegnare da nomi del calibro di Roger e Ghery.
In attesa di conoscere i concreti risultati della “scienza miracolistica” del primo cittadino di Salerno, noi obiettiamo che se volesse davvero stupirci e rendersi utile (e non per fare solo il gradasso rispetto a Napoli e soprattutto al suo amico-nemico di partito Bassolino) De Luca dovrebbe illustrarci per bene le sue ricette-soluzioni a base di termovalorizzatori e metterle a disposizione dell”intera collettività campana, anche per una verifica a più voci delle sue pretese e straordinarie capacità risolutive….delle cui “confezioni esterne”, detto per inciso e papale-papale, non potrebbe fregarci di meno, con tutto il più profondo rispetto per grandi architetti come Roger e Ghery che evidentemente non sanno che qui si muore di tumore e leucemia da avvelenamento ambientale e non certo da……”bruttezza estetica”.
Ma è evidente che al “mago De Luca” interessi solo esaltare la “grandeur” della sua “Repubblica di Salerno” (con la piccola dependance avellinese) e mortificare il resto della Campania pseudo-bassoliniana. Andiamo oltre. Il fatto che già esistano, e da tempo, innumerevoli termovalorizzatori in Europa e nel resto d” Italia (dove la raccolta differenziata e il riciclo privato dei rifiuti sono dati culturali ampiamente acquisiti dalle rispettive popolazioni) non significa che questi rappresentino oggi ed ipso facto le migliori soluzioni anche per la Campania.
Insomma, ai nostri rappresentanti continua a sfuggire che qui l”emergenza si deve a due fattori ormai concatenati:
1) non si effettua raccolta differenziata e la stessa “mondezza” indifferenziata accumulata (circa 4.500.000 eco-balle giacenti e che possono solo aumentare fino a quando non sarà andata a pieno regime la differenziazione dei rifiuti) non può essere tecnicamente smaltita dal termovalorizzatore.
2) i nostri territori, ed in ispecie le campagne e le periferie, sono stati devastati ed avvelenati dagli sversamenti abusivi di rifiuti tossici e pericolosi provenienti dalle aziende del nord Italia attraverso i compiacenti business della camorra.
Il termovalorizzatore, dunque, toglie solo una parte della “mondezza” dalle strade e dalle discariche per restituircela però interamente nei polmoni sotto forma di diossina che, a sua volta, si aggiunge agli altri veleni cancerogeni che assumiamo quotidianamente attraverso l”inquinamento dei terreni e delle falde acquifere dovuto agli sversamenti di cui sopra.
Il premier Prodi ed il neo-Commissario Straordinario per l”emergenza rifiuti in Campania si sono rivelati in effetti molto più attenti, lungimiranti (e scaltri) di molti altri politici ed amministratori nel prevedere espressamente nelle loro direttive d”intervento “termovalorizzatori o gassificatori“. E tra le due ipotesi alcuni politici, specie locali, che scelta hanno fatto? Tanto per cambiare hanno assunto le vesti dei “trogloditi ignorantoni” puntando esclusivamente sulla prima, discussa, discutibilissima e più obsoleta tecnologia, assolutamente improponibile poi per le attuali e particolarissime necessità e contingenze campane, nonché trascurando totalmente il problema ben più grave dell”inquinamento del territorio che meriterebbe un immediato, seppur tardivo, riconoscimento di “disastro ambientale” con tutto ciò che ne consegue.
Al di là della prioritaria raccolta differenziata, dopo quindici anni di fallimenti amministrativi e dopo tante innovazioni tecnologiche intervenute in materia, non si possono obiettivamente riproporre ancora una volta i commissariamenti, i velenosissimi termovalorizzatori (per giunta di vecchissima generazione, come quello di Acerra) e le discariche perché in tal caso significa solo continuare a prendere in giro le popolazioni e perpetuare il problema emergenza/inquinamento in Campania.
Saranno pure bestiali ed inaccettabili le recenti proteste delle popolazioni dell”hinterland napoletano, ma non è tuttavia possibile riaprire una vecchia e già pericolosa discarica “metropolitana” a Pianura, in zona storicamente super-sismica e demograficamente super-affollata, come non è possibile insistere ancora con Acerra la cui frutta prodotta nelle campagne circostanti può ormai apparire come attrazione principale in un museo degli orrori biologici prodotti dall”inquinamento.
Evitando, poi, di parlare dell”esponenziale aumento delle ma lformazioni congenite dei feti registrate nei reparti di maternità degli ospedali della zona e del progressivo aumento delle morti per tumore e leucemie nello stesso triangolo maledetto “Caserta sud-Napoli est-Napoli nord-ovest”. A tutto ciò aggiungiamo, come ciliegina sulla torta, che la tassa sulla NU (Tarsu) è aumentata di circa il 30% e che nelle case campane stanno già arrivando le cartelle di pagamento con annesse minacce di sequestri per chi non paga ….e poi non c”è più da meravigliarsi se la gente passa a vie di fatto “bestiali”!
C”è poco da fare: volente o nolente va rivista e modificata totalmente l”impostazione dell”intero ciclo integrato dei rifiuti in Campania, non limitandosi, cioè, alla sola e pur fondamentale raccolta differenziata ma, prevedendo nuovi e adatti impianti di smaltimento eco-compatibili in luogo degli improponibili termovalorizzatori, nonché individuando siti temporanei di stoccaggio della NU lontano dalle città in luogo delle solite ed “eterne” discariche in territorio urbano. Allo stesso tempo occorre procedere a screening sanitari di massa anti-tumorali e a bonifiche dei territori inquinati.
Insomma, altro che chiacchiere presunto-miracolistiche, vecchie soluzioni e “pannicelli caldi” con la scusa che Napoli e la Campania sono state sempre e socialmente indisciplinate!
Urgono fatti concreti e bisogna far presto e bene: qui si muore!