L’Italia del “No” la deve smettere

di Redazione

Mentre nel resto d’Europa si cresce, l’Italia è ostaggio del popolo dei “No”. Ogni tecnologia già sperimentata altrove, con corretto funzionamento e conseguente risoluzione dei problemi, da noi “non va bene”.

C’è sempre qualcuno che una mattina si arma di bandiera e coriandoli e marcia per far valere il suo ‘No’. Siamo in democrazia ed è giusto protestare e, appunto, dire ‘No’, maesiste un’altra parte d’Italia che ha il diritto di avere tecnologie che vadano a snellire i costi della vita. Bisogna smetterla con questo radicalismo, c’è da dare un volto nuovo a questa nazione, e bisogna farlo con le nuove tecnologie. La triste dimostrazione l’ha data la Campania:quando nel resto d’Italia venivano costruiti impianti moderni per smaltire i rifiuti nella stessaCampania tali tecnologie venivano bistrattate perché qualcuno dava cattiva informazione intorno a qualcosa che altrove funzionava bene. Questitanti ‘No’ stanno bloccando l’Italia. La Tav: una protesta che è durata mesi per non far passare la linea dell’alta velocità per la Val di Susa, mentre i francesi sono già arrivati al nostro confine con l’Italia ed aspettano che iniziamo i lavori per aprire il tunnel, da loro costruito. Le centrali nucleari: la Francia è ricca di centrali nucleari, molte di esse sono al confine con l’Italia, se una di esse scoppia l’Italia è la prima a morire…noi che facciamo? Non vogliamo le centrali nucleari, nel frattempo compriamo energia elettrica dalla Francia, e da altri paesi, a costi elevati. Se l’energia la producessimonoi i costi delle nostre bollette sarebbero certamente meno salati. Lo stesso vale per il gas: lo importiamo dalla Russia, lasciando attraversare una serie di paesi prima di arrivare da noi, non sarebbe meglio creare i gassificatori per l’approvvigionamento e la trasformazione del gas? In altri paesi ci sono, da noi non è possibile. Averli significherebbe pagare le bollette del gas di meno. La serie dei ‘No’ è lunghissima, tanto da spingere l’Italia a rimanere indietro su tutto, oltretutto avendo dei costi sproporzionati su tutto ciò che serve per la nostra vita. È giunta l’ora che in Italia si crei un movimento del ‘Si’, altrimenti non si riuscirà mai ad uscire da questo tunnel che sta paralizzando l’intera nazione.

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