La vita continua. Quante volte labbiamo detto o sentito dire. Dopo ogni avvenimento luttuoso, dopo ogni tragedia, una volta passata la tempesta, la prima frase che si pronuncia o si sente pronunciare è: La vita deve continuare.
No, cari signori, la vita, a volte, deve fermarsi. Non per sempre ma, quando è opportuno, la normalità deve lasciare il posto ad altro. Non è possibile, ormai, far finta di niente e continuare la vita di tutti i giorni come se non ci fosse la tragica emergenza dei rifiuti. È normale, per caso, che le mamme accompagnino i figli a scuola facendo lo slalom tra i cumuli di rifiuti? No, allora le scuole devono essere chiuse. È normale che per andare al lavoro, in auto o in bus, si devono utilizzare strade che al posto dei guard-rail hanno i sacchetti di rifiuti? No, allora le fabbriche e le attività commerciali devono essere chiuse. Che senso ha, poi, organizzare manifestazioni culturali in una città che al posto di un anfiteatro ha tante arene spontanee formate da migliaia e migliaia di sacchetti di monnezza colorati? Nessun senso, allora devono essere sospese, a tempo indeterminato, tutte le attività culturali, ricreative e, soprattutto, sportive. Bisogna lanciare un messaggio preciso a chi comanda a livello locale, provinciale, regionale e nazionale, oltre a tutti quelli che ostacolano chi comanda per convincerli che la situazione sè fatta insostenibile. Non è possibile che mentre