L’Italia non è pronta per tornare alle urne

di Redazione

crisi economicaNon si può andare al voto in questo momento, il Paese è paralizzato da una crisi economica che fa pura. I leader della politica italiana la devono assolutamente smettere di azzuffarsi per dividersi l’Italia.

Il Paese ha bisogno innanzitutto di una stabilità politica che si ottiene soltanto se si fanno seriamente ed esclusivamente per il bene del popolo italiano, e non per i partiti e i politici, le riforme istituzionali. In questo momento il voto è l’ultima cosa da pensare, ci vuole un Governo di larghe intese. La legge elettorale è la priorità assoluta se si vuole riconquistare il cittadino. In questo momento stiamo assistendo al disperato tentativo di salvare la poltrona da parte del centrosinistra. Subito dopo il voto non c’erano le condizioni per fare un governo, i fatti stanno dimostrando che era così. In Germania, con una situazione analoga alla nostra, si decise per un governo allargato. In Italia non fu possibile ed abbiamo avuto un governo sempre moribondo. Oltretutto, con una scarsa maggioranza al Senato che in questi anni si è mantenuta grazie ai senatori a vita.Il Premier non sale al Colle per rimettere il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica. Solo in Italia è possibile assistere a situazioni paradossali che dimostrano la scarsa responsabilità della classe dirigente di questo paese. In questi giorni i cittadini sono disorientati, confusi, c’è una sorta d’incertezza che colpisce indistintamente tutti. Sarebbe saggio che i politici si rendessero conto che andare a votare con questa legge elettorale, significherebbe far salire il quorum dei non votanti al 52%. La gente, questa volta, veramente diserterà i seggi elettorali, poiché in giro si avverte una grande sfiducia nei confronti di tutta la classe politica che siede sulle comodissime poltrone rosse del Parlamento. Anzi, suggerirei di cambiare le poltrone dal rosso al verde, perlomeno c’è la speranza che ogni tanto quelli che le occupano possono lasciare il posto ad altri. Ieri sera io e un gruppetto di amici eravamo fuori ad un bar, ormai nei luoghi all’aperto si parla soltanto di politica, abbiamo fatto notte per capire cosa sarebbe successo. Ognuno dei miei amici aveva le idee confuse, soprattutto nessuno era intenzionato a dare un voto al partito, e non all’uomo. Mi chiesero un consiglio, che a dire il vero non riuscivo a darlo, perché il primo ad essere confuso ero io. L’unica cosa che mi venne spontaneo rispondere fu quello di dire: al voto ci andrò perché è un diritto che ognuno di noi deve tutelare, è la cosa più importante della Repubblica Italiana. Però questa volta aprirò la scheda elettorale e senza distinzione di colore politico traccerò una croce su tutti i simboli, accontentando ogni partito. In questo momento mi sento un cittadino umiliato, non riesco ad immaginare una scelta diversa, perchè già una volta mi è stato tolto il diritto di esprimere una preferenza. Per la seconda volta non l’accetterei. Oltretutto stanno trascinando tanti cittadini italiani verso la povertà, mentre loro continuano a sorridere facendo finta di niente. Loro fanno parte della schiera di quelli che stanno economicamente bene, non possono certamente capire chi sta soffrendo. Soltanto in questi giorni di confusione politica si scopre che l’Italia ha una crisi economica spaventosa, dovuta allo scarso potere d’acquisto. Quando io lo scrivevo mi criticavano dicendo che non era vero, oggi lo dicono tutti in tv, politici, sindacati, economisti, industriali, solo perché ora sta per cadere il governo Prodi. Come mai oggi si, e fino a ieri no? Forse i giornalisti non sono credibili quando dicono la verità? Quella legge elettorale fatta dal centrodestra ha fatto comodo a tutti, al punto che l’hanno usata nelle primarie percostruire il Pd. Ebbene, ieri sera in quel gruppo di amici c’erano varie anime politiche, di centrodestra e centrosinistra, per una volta hanno messo da parte le loro fedi politiche e mi hanno dato ragione. Morale della favola: in questo Paese, tranne tutti coloro che girano intorno alla politica per campare, poiché senza di essa non sono capaci di guadagnarsi il pane, c’è una parte della gente, quella genuina, quella che compone l’80% del territorio, quella che lavora onestamente e suda per guadagnarsi da vivere, si allontana sempre di più dalle Istituzioni. La politica e i politici non gli ispirano più fiducia, dato che da mezzo secolo hanno prodotto soltanto chiacchiere ed esclusivamente chiacchiere, altrimenti l’Italia non si troverebbe in queste condizioni. Il debito pubblico tanto invocato come male dell’Italia, non l’ho prodotto né io, né l’80% degli italiani onesti, l’ha causato la classe politica italiana dal dopo guerra ad oggi. L’economista Rudi Dornbusch scrisse anni fa che “l’economia italiana sembra un fiume in secca in cui il livello dell’acqua è sceso tanto da far emergere tutte le immondizie”. Questo lo scriveva anni fa, lo potrebbe riscrivere anche oggi, perché non è cambiato nulla, anzi, l’immondiziaè ben visibile.

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