COMO. Nel secondo giorno del processo per la strage di Erba è stata la volta delle testimonianze dei vicini di casa, uno dei Vigili del Fuoco e il medico del 118.
Il primo a parlare è Vittorio Ballabio che abita nel palazzo di via Diaz, il quale ha raccontato: Erano le 20,20 quando, scuotendo la tovaglia, ho notato il fumo uscire dal palazzo di Raffaella. La coltre di fumo diventava sempre più spessa, tanto che l”uomo indossava le scarpe e citofonava al vicino Glauco Bartesaghi, volontario dei Vigili del Fuoco. Immediatamente sopraggiungevano sul pianerottolo dellappartamento dei Castagna e si ritrovavano davanti una macabra scena: il corpo di Raffaella in parte bruciato con i capelli ancora fumanti, nel corridoio il cadavere di Paola Galli, il piccolo Youssef sgozzato con le gambe reclinate sul divano di casa e poi giornali sparsi dappertutto serviti per appiccare lincendio. Bartesaghi e Ballabio, resisi conto della situazione, soccorrevano Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla strage, descrivendolo come una maschera di sangue con i capelli fumanti. Rosa Bazzi e Olindo Romano non cerano sul luogo del delitto ma venivano notati da alcuni testimoni, verso le 22.30, quando rientravano a piedi in via Diaz. E proprio i presunti firmatari delleccidio non si scompongono durante il racconto agghiacciante dei testimoni e continuano a scambiarsi sguardi intensi di complicità senza preoccuparsi delle occhiate di rabbia o delle riprese televisive. Laccusa ha, inoltre, parlato del memoriale dei coniugi accusati, in cui inveiscono contro la povera Raffaella, denominata Ciottolona, che organizzava feste disturbando la loro quiete. Parole di disprezzo anche per Azouz: Verso la fine del 2002 è arrivato il futuro marito di Ciottolona. Cominciò la processione di tunisini, lui passava i giorni a casa. Per seguire la guerra contro Saddam piazzò la parabola sulla nostra antenna. Il giudice ha parlato di una palese sovrabbondanza per quanto riguarda le testimonianze portate dalla difesa. Delle critiche ancheper il numero di consulenti chiesti dai legali dei coniugi Romano, cosa definita non rispettosa dal presidente della Corte d”Assise. Su questo punto il giudice si è riservato di ridurre le prove ammesse entro i limiti ad egli riconosciuti e ha aggiornato l”udienza al prossimo 4 febbraio.