ROMA. Com’era nelle previsioni, il presidente del Senato Franco Marini ha rimesso l’incarico nelle mani di Giorgio Napolitano vista l’impossibilità di raggiungere l’obiettivo che gli era stato assegnato: trovare una maggioranza per costituire un governo provvisorio e approvare una nuova legge elettorale.
“Sono rammaricato
– ha spiegato Marini al Quirinale, appena terminato il colloquio con il Capo dello Stato – ma non ho riscontrato l’esistenza di una maggioranza su una precisa ipotesi di riforma, pur essendo diffusa tra le forze politiche la consapevolezza della necessità di modificare la legge elettorale vigente”. Oggi Marini aveva concluso il giro di consultazioni, incontrando i leader dei maggiori partiti italiani, Forza Italia e Partito Democratico, entrambi che, secondo l’ipotesi lanciata da Il Giornale, potevano tentare un’intesa elettorale di riforme in 15 punti. Ipotesi definita “non realistica” da Silvio Berlusconi, che si è detto disponibile al dialogo con il centrosinistra sulla nuova legge elettorale e altre riforme, ma dopo il voto. Si attende, quindi, lo scioglimento delle Camere e la decisione, da parte del presidente della Repubblica, di indire le elezioni. Nella mattinata di martedì il governo si riunirà a Palazzo Chigi per indire il referendum elettorale che però, vista la conclusione anticipata della legislatura, sarà rimandato al 2009. La prima domenica utile per le elezioni sarebbe il 23 marzo, ma è il giorno di Pasqua e quindi non si potrà votare. L’ultima domenica utile è invece il 13 aprile. Pertanto, la scelta dovrebbe cadere tra il 30-31 marzo, il 6-7 aprile o il 13-14 aprile.
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