Impazza un nuovo gioco di società (onorata) tra i bimbi (e meno bimbi) campani, si chiama: Monnezzopoli.
Il gioco si presenta in una bella scatola di plastica, rigorosamente non biodegradabile, allinterno della quale troviamo una mappa catastale con lindicazione di tanti bei terreni comunali ed intercomunali sui quali poter allegramente speculare.
Ci sono, poi, un certo numero di cassonetti dellimmondizia, dei sacchetti di mondezza, dei camion compattatori per il trasporto in discarica dei rifiuti eventualmente raccolti e dei termovalorizzatori in miniatura. Completano le dotazioni della simpatica confezione un buon quantitativo deco-euro, i contratti di compravendita, le schede per le minacce telefoniche, le schede degli avvenimenti imprevisti, quelle delle probabilità che accada qualcosa e quattro grandi dadi, riportanti dei numeri da uno a sei e delle scritte:
– Dado della Regione numero 1 Funzionario, 2 Direttore, 3 Consigliere, 4 Assessore, 5 Governatore, 6 Commissario Straordinario.
– Dado dello Stato numero 1 Consigliere, 2 Assessore, 3 Sindaco, 4 Onorevole, 5 Senatore, 6 Ministro.
– Dado dellAntistato: numero 1 Incappucciato, 2 Intrallazzatore, 3 Corruttore, 4 Camorrista, 5 Mafioso, 6 Killer.
– Dado degli oppositori: punti meno 1 Cittadino, meno 2 Manifestante, meno 3 Giornalista, meno 4 Carabiniere, meno 5 Finanziere, meno 6 Giudice.
Lo spirito del gioco è quello di trarre il maggior profitto possibile dallemergenza rifiuti. In particolare vince chi riesce ad affittare, comprare e rivendere il maggior numero di terreni destinati a diventare discariche o ad ospitare termovalorizzatori; ottenere appalti per la raccolta dei rifiuti, laffitto degli scarrabili, la vendita dei cassonetti, la costruzione degli inceneritori, la realizzazione delle discariche ecc. Alla fine del percorso di gioco, chi è riuscito a rubare di più, diventa Monnezzopolista dellanno. Ma come si gioca? Si parte dal VIA (si fa finta che sia il 1 gennaio di circa quattordici anni fa), il giocatore dovrà spostare lungo la mappa catastale il proprio segnaposto (un bel contenitore per la monnezza).
Per fare ciò dovrà lanciare i quattro dadi. In base al risultato del lancio avanzerà lungo il percorso indicato nella mappa catastale. Potrà fermarsi, quindi, su un terreno destinato a discarica, un sito di stoccaggio provvisorio, un capannone industriale, un terreno agricolo con una sorgente dacqua ecc. Se il luogo non è stato ancora acquistato da qualcuno, il concorrente può acquisirlo onestamente o per intercessione di qualche amico, ad esempio con delle belle minacce al proprietario. In tal caso va utilizzata una delle schede per le minacce telefoniche in dotazione a tutti i partecipanti al gioco. Chi riesce ad accaparrarsi un bene, ovviamente, ne gode la rendita, costituita dalla mazzetta che tutti i giocatori dovranno versargli ogni volta che attraverseranno la relativa particella catastale, indicata sulla mappa.
Se si capita su di una particella catastale con la scritta: Prendi una scheda degli avvenimenti imprevisti o “prendi una scheda delle probabilità, perchè, forse, accade qualcosa, il giocatore dovrà scegliere una scheda dal relativo mazzo ed eseguire quanto sopra indicato. Ad esempio: “Pagate una mazzetta di 100.000 euro al portaborse di…”, “Ci sono infiltrati della camorra nella manifestazione antidiscarica di… la discarica non si apre. Guadagnate 80.000 euro”, “Un magistrato onesto ha indagato e trovato prove su di Voi. Andate in prigione direttamente e senza poter ricattare nessuno”, “Siete andato in prigione. Allegria. Potete uscire subito, perchè c”è stato l”ennesimo condono”, “La mancata raccolta dell”immondizia ha fatto inferocire la popolazione, correte a comprarvi unauto blindata. Fate pagare 100.000 euro alla Regione”. Possono partecipare al gioco 5.701.931 persone (più o meno tutti gli abitanti della Campania). Chi ricopre cariche di governo, locale, regionale o nazionale, non deve partecipare al gioco…beh, forse è meglio dire: non “dovrebbe” partecipare al gioco. Ma si sa, nessuno, di fronte ad un gioco così bello è in grado di opporre un netto “rifiuto”.