Altro che inquisiti fuori del Parlamento, come dice Beppe Grillo. Negli ultimi giorni,
Sui giornali ed in televisione, in questi primi giorni di campagna elettorale, si legge e si vede di tutto. Non cè alcun limite alla vergogna. Delle immense facce di bronzo, che farebbero concorrenza persino ai guerrieri di Riace, si fanno intervistare da chiunque per dichiararsi estranei ad ogni trastola. Sembrano tante verginelle appena uscite dal collegio delle Cappuccine. Cè unautentica rincorsa al candidato scomodo. Nel mentre, i responsabili dei partiti, movimenti, circoli, club, raggruppamenti
bande, per farla in breve, si lanciano in sperticate dichiarazioni a favore della legalità, onestà e favolette varie. In realtà, dietro questapparente dicotomia tra il dire ed il fare cè una precisa strategia politica. Lonestà in Italia non paga, né deve pagare. Le persone oneste danno solo fastidio. Non puoi coinvolgerle in un malaffare, non le puoi usare come merce di scambio, non le puoi ricattare… meglio un bel condannato in primo o, possibilmente, anche in secondo e terzo grado. Una bella sentenza di colpevolezza passata in giudicato e oplà, ti si aprono le porte del parlamento italiano. Una condanna a cinque anni per associazione mafiosa: un bel collegio elettorale in Sicilia. Una sentenza definitiva di colpevolezza per reati ambientali: