NICOLOSI (Catania). Guido Gianni, il gioielliere di Nicolosi, in provincia di Catania, che ieri ha ucciso due banditi e ne ha ferito un terzo nel corso di una rapina, è indagato per omicidio per legittima difesa.
L”uomo, 48 anni, originario di Torino e residente da trent”anni nel catanese, è stato interrogato per tutta la notte dai carabinieri della compagnia di Paternò e dal sostituto procuratore Antonella Barrera, spiegandodi aver avuto una colluttazione con i rapinatori perchè gli stessi avevano aggredito la moglie, Maria Angela Distefano, 44 anni, titolare del negozio, colpendola ripetutamente al volto. Il gioielliere, un orafo stimato e noto nella zona, ha detto di non aver capito che l”arma degli aggressori fosse un giocattolo, era una copia esatta di una calibro nove a canna lunga, con tanto di carrello che per un momento è stato estratto, e senza il previsto tappo rosso. Intanto, il sostituto procuratore Barrera ha disposto l”autopsia, che sarà eseguita mercoledì, sui corpi dei due banditi uccisi: Sebastiano Catania e Davide Laudani, entrambi di 21 anni. Omicidio per legittima difesa: questo il reato contestato al gioielliere. Per il momento – spiegano dalla Procura di Catania – gli elementi raccolti fanno pensare che ricorrano gli estremi per la legittima difesa. Le perizie balistiche e le autopsie ci permetteranno di capire l”esatta dinamica dell”episodio. Il terzo componente della banda, Fabio Pappalardo, di 30 anni, è ricoverato nell”ospedale Garibaldi di Catania per una frattura della tibia e del perone della gamba sinistra.Pappalardo è piantonato dai carabinieri. Intanto, un testimone si è recato presso il locale comando dei militari per fornire la sua versione dei fatti. Già nel 1999 Guido Gianni subì una rapina alla gioielleria ma riuscì a sventarla sparando alcuni colpi in aria a scopo intimidatorio che indussero i banditi a fuggire.