Vi prego di prestare attenzione al titolo, è molto meno provocatorio di quanto può sembrare. Analizziamo con calma e senza pregiudizi lattuale situazione politica italiana, ma prima chiariamoci un po le idee su cosa vogliamo intendere per democrazia.
Tutti sanno che democrazia deriva dal greco demos, che significa popolo e cratos che significa potere. Etimologicamente parlando, quindi, democrazia significa governo del popolo. Lo so che, ormai, la cosa fa sorridere, ma andiamo avanti nellexcursus. Il concetto legato al termine democrazia non è di facile definizione. Nelle varie epoche storiche si è evoluto in diverse maniere. Una di queste è la democrazia diretta come quella dellantica Grecia, dove il popolo esercitava direttamente il potere, riunendosi nellagorà (con questo termine sindicava la piazza principale della polis: una comunità retta da un governo autonomo).
In Italia, invece, il potere è esercitato da rappresentanti che dovrebbero essere eletti dal popolo. Al momento, invece, sono scelti dalle segreterie politiche o dai padri padroni dei partiti. LItalia, quindi, è una repubblica (parlamentare) a democrazia indiretta. Le uniche forme di democrazia diretta esistenti nel nostro paese sono il referendum e l”iniziativa popolare. E qua, sono sicuro, ripensando allingloriosa fine dalcuni referendum, nessuno di voi sorride più. Siamo daccordo che il concetto di democrazia, nellarco di varie migliaia danni si è evoluto, ma non potete negare che in Italia esso sia un tantinello degenerato.
Il filosofo greco Aristotele soleva distinguere tra forme di governo pure e forme di governo corrotte. La monarchia era il governo del singolo, laristocrazia era il governo dei migliori e la politía era il governo dei molti. A parere dAristotele queste forme di governo inevitabilmente correvano il rischio di degenerare in dispotismo monarchico, nelloligarchia ovvero nel governo di unélite e nella Demokratìa ovvero nel potere gestito da un intero popolo, succube dei demagoghi. Non so se a questo punto qualche ideuccia di come stiamo inguaiati ve la siete fatta. Rispetto alla monarchia e all”aristocrazia, la democrazia è, in ogni caso, il male minore. Aveva perfettamente ragione Winston Churchill, quando diceva: «È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora».
Il problema, però, è il seguente: siamo proprio sicuri di poter ancora parlare di democrazia in Italia? Per quanto possano essersi evoluti nel tempo, i concetti legati a questa forma di governo sono ancora presenti nel nostro paese o possiamo tranquillamente affermare che la democrazia italiana è morta e sepolta da tempo? Io sono per la seconda ipotesi. Vi spiego perché. La legge elettorale attuale, a dire degli stessi estensori, Berlusconi e Calderoli: è unautentica porcata. È palesemente incostituzionale in quanto, senza portarla troppo per le lunghe, stravolge sostanzialmente larticolo 1 della Carta Costituzionale, che recita testualmente: L”Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Votare, quindi, per dei perfetti sconosciuti, scelti dalle segreterie dei partiti, per meriti, a volte innominabili, è una vera e propria aberrazione democratica. Come se non bastasse, inoltre, la porcata viola
Vi sembra una libera espressione dellopinione del popolo il fatto di dover recarsi alle urne per votare una sgallettata candidata solo per aver giocato a nascondino con il capo? Del resto anche
Il primo punto riguarda lattribuzione del premio di maggioranza che non è subordinato al raggiungimento di qualsivoglia soglia minima di voti ottenuti. Tale attribuzione, essendo totalmente slegata da ogni risultato delle urne, altera fortemente la rappresentatività del Parlamento.
Il secondo riguarda lassurdità delle liste bloccate. Di fatto l”elettore è privato del diritto costituzionale di scegliersi chi dovrebbe rappresentarlo nel Parlamento. Forse è il caso di ricordare che sia le norme sul premio di maggioranza sia quelle sulle liste bloccate sono figlie del fascismo. Nel 1924, infatti, con la legge Acerbo e, in seguito, con una legge del 1928, i fascisti con queste due norme, raggiunsero due obiettivi: espropriarono gli elettori della possibilità di scegliere liberamente i propri rappresentanti e mortificarono nel complesso listituzione parlamentare.
Terzo punto. La presenza sulla scheda elettorale del nome del capo della coalizione candidato alla carica di primo ministro. Tale indicazione, di fatto, nuoce alle funzioni ed alla libertà stessa del Capo dello Stato.
Il principio della rappresentatività riconosciuto dalla costituzione va a farsi benedire. Per non parlare, poi, delle libertà individuali dei parlamentari che, ricordiamolo, dovrebbero esercitare le loro funzioni senza aver alcun vincolo di mandato. Dovrebbero rispondere solo alla loro coscienza. Ovviamente cè da augurarsi che essi posseggano una coscienza non troppo ballerina. Come purtroppo è accaduto più volte negli ultimi anni, non si può votare a favore di una legge oggi e contro domani.
Per tutte queste ragioni, se qualcuno vuole negare che la democrazia in Italia sia morta, si accomodi pure. Io, però, già da tempo, sento puzza di cadavere.