ROMA. Marco Pannella ha annunciato lo sciopero della sete per protestare contro il mancato rispetto, a suo dire, dei patti siglati tra il suo partito e il Pd sul numero di radicali inseriti nelle liste veltroniane.
Dei nove radicali presenti, almeno tre, secondo Pannella, sono matematicamente fuori dal Parlamento. Si tratta di Maria Coscioni in Friuli, Matteo Mecacci in Lazio 2 e Elisabetta Zamparutti in Basilicata. Noi non rompiamo col Pd, forse è quello che si vuole, è un favore che non faremo – dice Pannella – ma attenti, su questa questione non ci fottete. Il rispetto della parola continua – è un fondamento della stessa legge. Vale la pena dare corpo alla sete di questa esigenza. Ora il leader radicale si augura che la situazione venga superata dai vertici del Pd, anche se, come lo stesso Pannella ha dichiarato stamani in una trasmissione televisiva, forse qualcuno confidava nella soluzione finale nei confronti dei radicali, da destra o da sinistra. Noi in questo Paese ci saremo e arriveremo sempre dopo la caduta dei potenti e degli arroganti come è successo da quarant”anni. Ciò che è accaduto in questa occasione, accade a milioni e milioni di italiani perché è un Paese in cui la legalità viene negata.
E proprio i vertici del Pd smorzano le polemiche sollevate da Pannella e da Emma Bonino. Per noi i nove candidati radicali sono tutti ampiamente eleggibili. Sette sono in posizione di assoluto privilegio. Due in posizioni buone, ma di combattimento, afferma il coordinatore nazionale della fase costituente del Pd, Goffredo Bettini. Il sistema elettorale – spiega Bettini – ha mille variabili e ci sono decine di personalità di primo piano ed anche parlamentari uscenti che hanno accettato una candidatura con rischi assai maggiori. Le liste non sono modificabili. È impensabile riaprire ora una trattativa. Sta ai Radicali dimostrare, di fronte ad uno sforzo del Pd giudicato da tutti grande e generoso, se davvero vogliono partecipare a una avventura comune o se considerano le liste del Pd un mero strumento per conservare se stessi. Dello stesso avviso il candidato premier Walter Veltroni: I nove eletti radicali ci sono, ci sono, ha detto ieri ospite a Porta a Porta.