CATANZARO. Il procuratore generale di Catanzaro Vincenzo Iannelli e i sostituti De Lorenzo e Garbati hanno richiesto larchiviazione della posizione del premier Romano Prodi e dellex ministro Clemente Mastella nellinchiesta Why Not, avviata dal pm Luigi De Magistris.
Secondo i magistrati non ci sono elementi di responsabilità a carico di entrambi. Decade, dunque, laccusa di abuso dufficio ipotizzata da De Magistris per il presidente del Consiglio uscente e il leader dellUdeur, nellambito di un presunto comitato daffari che avrebbe gestito in modo illecito finanziamenti dellUnione Europea e che fino ad oggi ha visto indagate una quarantina di persone. Prodi e Mastella finirono nel registro degli indagati per i loro presunti rapporti con limprenditore Antonio Saladino, ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria e personaggio centrale dellinchiesta, fondata in gran parte su intercettazioni telefoniche. Durante una perquisizione in casa di Saladino, in una agenda, furono trovati dei numeri di telefono riconducibili, secondo laccusa, al premier e allex ministro. In particolare, Mastella era stato tirato in ballo per alcune telefonate allimprenditore, ma dallesame di quelle telefonate hanno stabilito i magistrati cera solo la prova di un rapporto di amicizia.
Lindagine, ricordiamo, fu tolta a De Magistris dalla Procura generale per incompatibilità del pm, dopo che Mastella, in veste di Guardasigilli, aveva chiesto il trasferimento del magistrato per presunte irregolarità nella conduzione di alcune inchieste.
In una nota, Mastella ha espresso soddisfazione ma anche il proprio rammarico: Dopo questa richiesta di archiviazione, mi chiedo chi mi ripagherà del male che mi è stato fatto. Nacque a Catanzaro con linchiesta Why Not il mio calvario giudiziario e politico, con una gran cassa mediatica sui giornali e soprattutto con trasmissioni televisive, che attinsero a quelle vicende in modo costante e cattivo per farmi apparire davanti agli italiani per quello che non sono. Oggi ricorda Mastella – viene chiesta larchiviazione del procedimento nei miei confronti che salda il conto solo con la mia dignità che rimane alta e ferma. Dichiarai allepoca, per fatti che mi erano del tutto estranei, la mia innocenza. Così come continuo a dichiararla per tutto quello che giudiziariamente da allora in poi mi sta toccando. Non ci fu verso perchè si era deciso che dovevo essere umiliato, lapidato, cacciato dalla scena politica e istituzionale. Dopo questa richiesta di archiviazione mi chiedo chi mi ripagherà del male che mi è stato fatto. Un male costruito senza alcun riguardo per fatti che non cerano. Nonostante tutto – conclude lex ministro, che ha annunciato di non candidarsi alle prossime elezioni – voglio dichiarare che la giustizia comunque cè e che in essa bisogna avere fiducia, e che ci sono in Italia tantissimi magistrati onesti e seri che svolgono le loro funzioni tra indicibili difficoltà.