Svegliati Italia

di Redazione

Italia a pezziÈ ora di aprire gli occhi, di guardare in faccia alla realtà, di non farsi più illudere e lavorare per costruire una nuova Italia. Gli slogan che sentiamo in questi giorni sono soltanto barzellette costruite a misura per incantare gli elettori.

Il vero slogan è: “Svegliati Italia, il tuo letargo è durato abbastanza”, è ora di farsi una bella lavata di faccia, di aprire gli occhi e rendersi conto che al risveglio nulla è cambiato, nonostante il letargo sia durato una vita. Ribadisco ancora una volta che tutte quelle persone che vediamo alle parate dei partiti non sono altro che i simpatizzanti chiamati a raccolta, a più non posso, per dimostrare che si è in tanti. La sostanza è ben diversa, i veri elettori rimangono a casa e sono quelli che nei sondaggi sbandierati dai leader di partiti vengono nascosti, perché rappresentano il numero più alto nei sondaggi, ossia gli indecisi e quelli che rinnegano queste elezioni. L’Italia è stanca, è come quel vecchietto seduto fuori all’uscio della porta che dopo tanti anni di lavoro e di sofferenza attende la morte. L’Italia aspetta ansiosa, da mezzo secolo, un cambiamento che in tanti hanno promesso, durante un numero esagerato di campagne elettorali, e che mai nessuno ha mantenuto. Attualmente vediamo un peggioramento della politica italiana: gli impegni presi durante le elezioni rimangono inevitabilmente soltanto delle chiacchiere, ogni sorta di cambiamento enunciato viene demolito dalla realtà dei fatti. Sono state presentate le liste dei candidati e ancora una volta assistiamo allo strapotere dei proprietari dei partiti che conducono il gioco a modo loro senza tener conto delle esigenze territoriali. Un milanese candidato in Sicilia, un piemontese candidato in Sardegna, un pugliese candidato in Campania e via discorrendo. Ma che c’entrano questi nomi fuori dai luoghi d’appartenenza? Tattiche di gioco esercitate dai brillanti allenatori dei partiti che hanno studiato la squadra per condurre un gioco che, inevitabilmente, ritorna ad essere quello vecchio, lo stesso che da mezzo secolo non fa vincere una partita alla politica italiana. Il pubblico continua ad assistere alle gare con la speranza di avere in futuro una squadra migliore. Purtroppo ogni giocatore difende il suo ruolo incurante dell’età che non gli permette di offrire brillanti prestazioni, l’importante è strappare per altri cinque anni il contratto che gli consente di ricevere il suo stipendio d’oro. I candidati nelle posizioni sicure hanno già stappato la loro bottiglia di spumante, festeggiando la vittoria raggiunta molto prima che si vada alle urne. È inaudito: si festeggia prima che una gara viene svolta, certo che l’Italia è piena di contraddizioni! Svegliati Italia! Capisco che lo spettacolo offerto ti ha fatto venire sonno, ma se non chiedi una squadra migliore, protestando democraticamente nei confronti dei vertici, non riuscirai mai a vedere realizzato il tuo sogno. La tua squadra non vincerà mai il campionato perché i giocatori sono vecchi e stanchi e in campo non potranno mai mettere le forze e la concentrazione giusta per condurre un campionato vincente. A loro interessa soltanto dividersi gli incassi di ogni partita che il pubblico versa nelle casse dei botteghini, se il pubblico non è soddisfatto fa niente, l’importante è che ci siano gli incassi. Il futuro continua ad essere costruito sulle promesse impossibili, allenatore e giocatori nuovi non arrivano mai ed inevitabilmente la squadra continuerà a non essere competitiva. Come diceva l’indimenticabile Massimo Troisi: “Non ci resta che piangere”.

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