Rivolta in Tibet, almeno cento morti

di Antonio Taglialatela

Manifestanti bruciano bandiera cinese (foto La Repubblica.it)LHASA (Tibet). Sarebbe fra i dieci e i trenta morti il bilancio degli scontri in atto nella regione del Tibet tra dimostranti e polizia. Ma secondo il governo tibetano, in esilio nel nord dell’India, le vittime sarebbero almeno centro. Nella capitale Lhasa, tra l’altro, sarebbe stata imposta la legge marziale.

Le autorità di Pechino hanno dato un ultimatum ai manifestanti: cessare i disordini entro lunedì, garantendo un trattamento di favore, altrimenti la repressione continuerà. Intanto, sono decine i negozi e auto dati alle fiamme, assieme a strutture pubbliche. Da parte della comunità tibetana vi è la denuncia sull’uso indiscriminato della televisione nazionale da parte del governo, che trasmetterebbe senza censure le immagini delle rivolte nell’intento di mostrare solo il volto violento dei manifestanti. Tra i motivi scatenanti della protesta, ricordiamo, l’intenzione di mostrare al mondo lo stato d’animo dei tibetani dopo 60 anni di occupazione cinese, approfittando anche dell’attenzione dei media sulla Cina in occasione delle Olimpiadi di agosto a Pechino. Una protesta estesasi anche in altre parti del mondo. A Sydney, in Australia, una cinquantina di manifestanti ha tentato di assaltare il consolato cinese; alcuni di loro sono stati arrestati mentre cercavano di scavalcare il muro di cinta della sede diplomatica.

Rivolta in Tibet (foto La Repubblica.it)

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