CITTA DEL VATICANO. Colpe gravi. Così definisce il divorzio e laborto Benedetto XVI. Papa Ratzinger, nel corso di due udienze, sabato mattina, è ritornato a ripetere il si alla dignità della persona umana, alla sua vita e alla sua capacità di amare.
E lha fatto ancora una volta urlando il no al divorzio e allaborto procurato, che, in misura diversa e fatta salva la valutazione delle responsabilità soggettive, ledono la dignità della persona umana, implicano una profonda ingiustizia nei rapporti umani e sociali e offendono Dio stesso, garante del patto coniugale ed autore della vita. Il Santo Padre ha sottolineato, però, il compito della Chiesa che deve aiutare chi porta le ferite interiori di queste colpe gravi. Linterruzione della gravidanza e le separazioni coniugali per il Papa sono scelte di natura certo differente, talvolta maturate in circostanze difficili e drammatiche, che comportano spesso traumi e sono fonte di profonde sofferenze per chi le compie. Ma colpiscono anche vittime innocenti: il bambino appena concepito e non ancora nato, i figli coinvolti nella rottura di legami familiari. In tutti lasciano ferite che segnano la vita indelebilmente. Proprio per questo la Chiesa ha il dovere primario di accostarsi con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna, per annunciare la vicinanza misericordiosa di Dio in Gesù Cristo. Lintervento di Ratzinger sulla cultura della morte non poteva non prendere in esame anche leutanasia. E agli anziani si è rivolto in particolare durante la seduta plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ricordando limportanza che essi hanno nella vita familiare e indicando nella ricerca della propria fine lesempio della cultura della morte che insidia oggi la stagione della terza età.