ROMA. Lealtà alla Repubblica da parte di chiunque vinca le elezioni, chiedeva Walter Veltroni ieri, in una lettera, al suo principale avversario Silvio Berlusconi.
Ho scritto una lettera al principale esponente dello schieramento a noi avverso in cui gli chiedo, quale che sia il ruolo che ciascuno avrà, di dare una garanzia ai cittadini, che io mi impegno a dare, una garanzia di lealtà repubblicana basata su quattro punti: la tutela dellunità della Nazione, il rifiuto di ogni forma di violenza praticata o dichiarata; la fedeltà alla Costituzione repubblicana; la fedeltà alla bandiera Tricolore e allInno di Mameli
. Parole, queste del leader del Pd, proferite allindomani delluscita di Umberto Bossi, che ha minacciato di chiedere ai leghisti di imbracciare i fucili contro la canaglia romana.
La replica di Berlusconi è giunta in conferenza stampa, a Vicenza: La lettera di Veltroni ha detto il Cavaliere – è un altro effetto speciale che non possiamo accettare da lui perché non ha alcun titolo. Per il candidato premier del Pdl, Veltroni non può dare patenti di lealtà repubblicana poiché è un erede del partito comunista. Io ho giurato per tre volte fedeltà alla Costituzione al Quirinale quando ho ricoperto la carica di presidente del Consiglio, davanti a due presidenti della Repubblica. E sarò onorato di giurare per la quarta volta davanti allattuale presidente, ha spiegato Berlusconi, per poi lanciare la stoccata finale: Quando si sono aperti gli archivi del Kgb è venuto fuori che lUnione Sovietica dava, di tutti gli aiuti ai partiti comunisti doccidente, il 45% al Pci.