ROMA. Mattinata di scontro aperto tra maggioranza e opposizione sul cosiddetto decreto salva Rete 4 che avrebbe lobiettivo di salvare, appunto, dal trasferimento sul satellite la terza rete televisiva del gruppo Mediaset.
Scontro che, alla fine, dopo un lungo dibattito tenuto alla Camera allinsegna dellostruzionismo, ha visto il governo cedere. Dal decreto legge sullattuazione degli obblighi comunitari, dunque, sarà eliminato e riformulato il comma 3 contestato dalla minoranza, secondo la quale sanerebbe la posizione di Rete 4 nella vertenza avviata da Europa 7 sulle frequenze, consentendo alla rete Mediaset di sopravvivere in chiaro fino alleliminazione dellanalogico, programmata nel 2012. Ad annunciare la decisione del governo è stato il sottosegretario allo Sviluppo con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, che si è dichiarato disponibile ad un incontro per chiarire la vicenda. Secondo Romani, infatti, vi è stata una cattiva interpretazione della norma. Nel frattempo, lUnione Europea fa sapere che la procedura di infrazione aperta nei confronti dellItalia sulla normativa per lassegnazione delle frequenze televisive, introdotta con la cosiddetta Legge Gasparri, resta ancora sotto esame.
Sulla questione è intervenuto anche il direttore del Tg4, Emilio Fede: Che il centrosinistra voglia favorire Europa7 a scapito di Rete 4 non ci sono dubbi. E anzi ci sono motivi che non dico ma tutti sanno. Ma il mio invito al Parlamento è un altro: piantatela, perché la gente e lopinione non capisce e si aspetta dal Parlamento ben altre discussioni. Il Paese ha problemi davvero grandi e che, subito dopo l’insediamento, il governo debba subire lassalto dei cani pastore abruzzesi dà il voltastomaco. Questa faccenda è ridicola perché il digitale terrestre è per sua natura aperto a tutti. E sono fiducioso che la cosa si risolverà perché per fortuna nel centrosinistra ci sono anche persone serie come Veltroni, che credo apprezzi la cultura del fare e del dialogo di questo governo, o DAlema, che ha sempre riconosciuto che Mediaset è un bene inalienabile del Paese. Al massimo – concludeFede – bisognerà che qualcuno regali una tv a Di Pietro. Sennò il pastore abruzzese continuerà a volerci azzannare i polpacci tutti i giorni.