CATANIA. La Guardia di finanza di Catania ha scoperto che 21 milapersone decedute erano ancora assistite dal medico di famiglia, per un danno erariale di circa 4 milioni e 200 milaeuro.
Alcuni defunti avrebbero addirittura goduto dell’assistenza medica per un periodo superiore a 35 anni, senza che nessuno si accorgesse della loro scomparsa. Per le indagini i militari si sono avvalsi dei dati forniti dalla stessa Ausl 3 relativi agli assistiti e quelli provenienti dai vari uffici Anagrafe dei Comuni della provincia. L’attuale normativa in materia prevede che ad ogni medico di base la Ausl corrisponde un emolumento in misura fissa per ogni singolo assistito che è andato nel tempo aumentando ed ora è pari a circa 6 euro mensili. I risultati delle indagini delle Fiamme Gialle sono al vaglio della Corte dei conti per le valutazione dei profili di responsabilità amministrativa per danno erariale, mentre si sta valutando l’eventuale sussistenza di reati di carattere penale da sottoporre all’attenzione dell’autorità giudiziaria.
Intanto, il segretario nazionale della Federazione dei Medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo, in merito alle indagini della Gdf a Catania dichiara: “In questo caso la responsabilità nonè assolutamente dei medici. Uniche responsabili del controllo degli elenchi sono le Aziende Sanitarie, mentre in casi come questo i medici ricevono solo un danno, perché percepiscono in totale buona fede un pagamento che poi devono restituire. E’ impossibile capire che un proprio pazienteè morto se non ci viene segnalato dalle Ausl e dall’anagrafe: ci sono persone che emigrano, che si spostano, che non vengono. E anche se segnaliamo all’Azienda sanitaria il caso, la cancellazione del nome non è automatica, deve passare per l’anagrafe”.