Eluana, il padre a Bagnasco: “La natura deve riprendere il suo corso”

di Antonio Taglialatela

Angelo Bagnasco“Non si tratta di una consumazione di una vita, ma di fare in modo che la natura riprenda il suo corso che è stato interrotto”.

Beppino Englaro, padre di Eluana, la giovane in coma da 16 anni per la quale la Corte d’Appello civile di Milano ha autorizzato il distacco dei macchinari che la tengono in vita, nutrendola ed idratandola, risponde così al presidente della Cei, Angelo Bagnasco.

Da Sidney, in Australia, il cardinale accompagna Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Gioventù, ha infatti espresso preoccupazione sulla vicenda: “Viviamo un momento che deve far preoccupare e riflettere tutte le persone di buona volontà. Togliere idratazione e nutrimento è come togliere da mangiare e da bere a una persona che ne ha bisogno”. Bagnasco, che ha espresso alla famiglia della ragazza “il sentimento di condivisione e partecipazione per una situazione di grande sofferenza a nome di tutti i cattolici italiani”, ha ricordato però che “non possiamo tacere che questo è un momento molto delicato, persino drammatico se si dovesse arrivare a consumare una vita per una sentenza”.

Beppe Englaro con la foto di EluanaReazioni anche dal mondo politico. “Il caso di Eluana Englaro è l’esempio essenziale del principio dell’habeas corpus, su cui si fonda almeno dalla Magna Charta del 1215 qualsiasi ordinamento che aspiri a dirsi civile”. È quanto ha dichiarato Antonio Stango, membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, che spiega: “Ecclesiastici come il cardinale Bagnasco, che parla di ‘consumare una vita per una sentenza’, o parlamentari come l’onorevole Bertolini, che ipotizza un omicidio autorizzato, sembrano non avere letto con attenzione la sentenza della Corte d’Appello di Milano”. “Quest’ultima – aggiunge Stango – nell’autorizzare l’interruzione del trattamento di sostegno vitale artificiale, ha constatato l’assoluta inconciliabilità della concezione sulla dignità della vita di Eluana con la perdita totale ed irrecuperabile delle proprie facoltà motorie e psichiche e con la sopravvivenza solo biologica del suo corpo in uno stato di assoluta soggezione all’altrui volere”.

Per Giuseppe Marinello del Pdl, invece, “la sentenza di un tribunale non può decidere sulla vita e sulla morte di un essere umano. Per questo mi trovo d’accordo con l’appello del cardinal Bagnasco. L’eutanasia di Eluana Englaro, ratificata con una sentenza inaccettabile è nel nostro Paese un reato punito dalla legge. Le fughe in avanti e l’esaltazione della cultura di morte sono derive pericolose che non possono ne’ essere tollerate ne’ essere negoziate con i valori della vita umana. Il Parlamento ha il dovere di legiferare al più presto per evitare il ripetersi di tali aberrazioni giuridiche”.

Intanto, sul caso Eluana la Procura generale di Milano prende tempo, rimandando a metà della prossima settimana il verdetto.“C’è bisogno di un adeguato approfondimento delle complesse problematiche giuridiche poste dal caso”, dichiara il procuratore generale facente funzione Gianfranco Montera, il qualeinvita Beppino Englaro, padre di Eluana, alla “massima cautela e ponderazione”, avvertendolo che se dovesse provvedere al distacco dei macchinari “se ne assumerebbe la responsabilità”. Ma il legale degli Englaro, Vittorio Angiolini, dichiara che si tratta di “un atto che non ha alcun effetto giuridico e non cambia nulla”. Per nulla frenata dalla Procura milanese, infatti, la famiglia ha contattato ‘L’hospice Il Nespolo’ di Airuno (Lecco) perché accolga Eluana nei suoi ultimi giorni di vita, a condizione che abbia già staccato il sondino nasogastrico, operazione già concordata e confermata dal professor Carlo Alberto Defanti, ex primario di neurologia al Niguarda che lunedì ha avuto un incontro nello studio dell’avvocato Angiolini con Beppino Englaro e la curatrice speciale Franca Alessio perdefinire tempi e modalità.

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