L’emergenza rifiuti è finita…ma dove?

di Angela Oliva

emergenza rifiutiNAPOLI. Immagini “surreali” per le vie del capoluogo partenopeo: sembra infatti che sia finita l’emergenza rifiuti. I sacchetti maleodoranti non giacciono più in strada e la situazione pare tornata ad un’apparente normalità.

La formalizzazione arriverà durante il Consiglio dei Ministri di venerdì, che si terrà proprio a Napoli, dove il premier Silvio Berlusconi annuncerà la fine dell’emergenza rifiuti. Ilpremier ha dichiarato di aver tenuto fede alla promessa fatta al popolo napoletano, cioè quella di ripulire la città per il mese di luglio. Su questo non c’è dubbio, Napoli oggi ha ritrovato la sua immagine bella di sempre spazzando via le 35mila tonnellate di rifiuti e con esse anche tutte le immagini di città martorizzata da quest’emergenza che le ha fatto una cattiva pubblicità in tutto il mondo.

Tutto bene allora? No!.E’ bene ricordare che non solo Napoli è sinonimodi Campania, esiste una provincia, quella di Caserta che non si rispecchia assolutamente nelle parole del Cavaliere. Ci sono cittadine che ancora non vedono alcun miglioramento, in cui l’immondizia giace ancora per le strade e sono le stesse cittadine rimbalzate alla cronaca all’indomani dell’uscita del film ‘Gomorra’. Quello che sfugge al Cavaliere è che l’emergenza rifiuti ha interessato e interessa tuttora 551 comuni, non solo il capoluogo. Inoltre, come ha sottolineato la Commissione europea: “Berlusconi dica ciò che vuole, ma per noi contano i fatti!”. Il Parlamento di Bruxelles taglia corto sostenendo che la soluzione trovata dal premier italiano non dovrà essere un fuoco di paglia pronto a spegnersi non appena i politici italiani lasceranno la città dopo il Consiglio dei Ministri. Come ha spiegato Barbara Hellferich, portavoce del commissario all’ambiente Stavros Dimas: “Non possiamo misurare i risultati di queste politiche sulle parole, ma sui fatti. Il governo deve realizzare il piano, non basta presentarlo, deve dimostrare che la soluzione indicata risolve il problema a lungo termine, con una gestione corretta dei rifiuti e la creazione del termovalorizzatore. Per noi – ha concluso Hellferich – c’è un caso di fronte alla Corte che riguarda la gestione dei rifiuti, non giudichiamo le parole”.

Quindi, prima di annunciare miracoli, impariamo a guardarci intorno e lasciamoquestavirtùa San Gennaro!

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