Berlusconi, rifiuti, cavalli e “non governo”

di Redazione

BerlusconiI manifesti affissi anche negli aeroporti che comunicavano al mondo che Napoli non è solo monnezza e quindi informavano chi non ne era a conoscenza che le strade di Napoli erano piene di spazzatura non hanno ragione di esistere.

Il presidente Berlusconi, manager esperto in ogni settore, ha fatto sparire a Napoli tutti i tipi di rifiuti e l’informazione ha documentato l’evento rispettando la direttiva e guardandosi bene da pericolosi zoom. Il presidente ha fatto sversare in discarica il “tal quale” e ha promesso che, con la realizzazione di bruciatori, tra tre anni avremo il ‘sol dell’avvenir’. L’unica operazione possibile, quella denominata “sotto il tappeto”, si è conclusa.

Il tappeto corto ha lasciato scoperti pezzi di Campania, vaste periferie ed ha fatto vedere come non ci sia nulla di virtuoso né in potenza, né in atto intorno ad un’emergenza voluta, enfatizzata e procrastinata per favorire l’idea che la soluzione è nell’incenerimento.

La consorteria politico-industriale per lo smaltimento dei rifiuti è al lavoro e la solidarietà del Cavaliere per l’Impregilo sotto processo la dice lunga. Saranno costruiti quattro bruciatori oltre quelli previsti dal piano regionale. Tutti insieme hanno una portata che è quasi il doppio dei rifiuti prodotti in Campania e quindi l’obiettivo sembra essere quello di bruciare tutto, mentre si allontana la realizzazione della differenziata a Napoli. Non dimentichiamo che da 15 anni il Commissariato straordinario di Governo, si badi bene, di Governo, ha gravi responsabilità e lo stesso Berlusconi vuol far dimenticare che per metà di questi anni è stato capo del Governo.

I numerosi cittadini che in Campania si riuniscono nell’Assise e si incontrano in Palazzo Marigliano sollecitati dall’avvocato Gerardo Marotta, da anni, avevano proposto di considerare metodologie e strumentazioni non pericolose per la salute e per l’ambiente per lo smaltimento dei rifiuti, indicando esperienze pilota già realizzate in California. Il partito dei grandi inceneritori rifiutava il confronto.

Ma ecco che lo scorso 23 luglio l’Ansa comunica che arriva dagli Stati Uniti, dalla California, una proposta innovativa illustrata presso il consolato di Napoli dai responsabili dell’azienda interessata. Hanno parlato gli Americani e il sistema informativo si è mosso: prima notizia sul Tg3 regionale e i quotidiani a ruota. Potenza di una grande Potenza! Insomma l’industria dei bruciatori sembra aver subito la mossa del cavallo. Guarda caso, proprio il 23 luglio Antonio Graziano ed Angelo Turetta, il primo giornalista e l’altro noto fotografo, impegnati in una inchiesta, accertano la presenza di discariche abusive in provincia di Caserta, nel territorio dell’agro aversano, in località “Popone”, a confine tra i territori di Casaluce, Teverola e Frignano, e nel sito borbonico di Carditello, dove avvengono incendi che richiedono continuamente l’intervento dei vigili del fuoco. In un mondo nel quale i simboli hanno significato e per rispetto per il Cavaliere, che, a dire il vero, non ho mai visto a cavallo, ma che ben li conosce, devo partecipare la meraviglia dei due giornalisti che in una discarica hanno trovato un cavallo con la testa mozzata. Ero rimasto fermo ai cavalli di Arcore e a quelli…intercettati telefonicamente che al giudice Borsellino non sembravano cavalli a quattro zampe, ero preoccupato per il cavallo della Rai che ha la febbre…ma l’episodio andrebbe approfondito, perché il cavallo senza testa, che così conclude la sua corsa, è segno negativo e conferma in quel territorio, regno di illegalità e abusivismo, una patologia dura a morire e il non governo.

Le istituzioni locali sembrano confuse e dimezzate nelle responsabilità e la politica innovativa tace. Il colpo di teatro del Presidente rinforza una politica dell’immagine di corto respiro e rallenta i processi di partecipazione democratica. E’ triste notare l’incapacità della classe dirigente politica ed amministrativa nel fare chiarezza, nel fare luce, nell’instaurare un dialogo di qualità con la cittadinanza. La politica del rinvio, della chiusura copre il timore della maggioranza e dell’opposizione che sanno di aver perso la fiducia del popolo, di un popolo paziente e in certo senso anarchico e di non avere la capacità, la forza, la cultura per governare e per essere avanguardia nell’indicare obiettivi e orizzonti.

Aver ridotto i campani a parlare e a confrontarsi sui temi dell’immondizia mentre in altre zone del mondo la vivacità intellettuale dei cittadini apre spazi esaltanti e impegna i giovani come soggetti di autentico rinnovamento è motivo di delusione e costituisce una palla al piede pesantissima. Subire poi giudizi sul livello di civiltà delle nostre popolazioni sulla base di parametri né scientifici, né condivisibili, come è accaduto, spinge allo sberleffo e conferma ampi strati della popolazione sulla inadeguatezza del governo.

di Francesco De Notaris

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