ROMA. Dietro front del Governo sugli assegni sociali e sulla stabilizzazione dei precari. Stamattina, infatti, il relatore Salvo Flores ha presentato, in commissione Bilancio del Senato, due emendamenti per la modifica del decreto.
Le modiche riguarderanno, quindi, larticolo 21 del decreto sulla manovra, e, nello specifico, lemendamento sui precari interesserà solo i contenziosi in corso. Nella proposta di modifica si legge: Con riferimento ai soli giudizi in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, e fatte salve le sentenze passate in giudicato, in caso di violazioni di legge il datore di lavoro è tenuto unicamente a indennizzare il prestatore di lavoro con un’indennità di importo compreso tra un minimo di 2,5 e un massimo di 6 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto. Variazione anche per gli assegni sociali per cui lemendamento prevede che potranno percepire lassegno sociale coloro che avranno soggiornato legalmente per almeno 10 anni, abolita quindi lobbligatorietà di aver percepito un reddito almeno pari allimporto dellassegno sociale. Inoltre il relatore Flores non ha escluso che potrebbero esserci ulteriori modifiche prima che il testo arrivi in aula: Stiamo ragionando per capire se funziona bene.
Non vuole parlare di marcia indietro, invece, il Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che ha affermato: Non è stato un dietrofront del governo, che ha subìto quelle norme frutto diniziativa parlamentare e che sono state poi comprese nel maxiemendamento seppur con una correzione.
Secondo il segretario del Pd Walter Veltroni la manovra è sbagliata poiché si disinteressa delle famiglie: La manovra dovrà tornare alla Camera, quindi noi chiediamo al governo di ritirare queste misure. Le soluzioni che troveremo potranno essere inserite anche in altri provvedimenti. Il governo mette le mani nelle tasche degli italiani con l’inflazione, un’imposta che colpisce poveri, lavoratori e famiglie. Il governo non ha fatto una manovra anticiclica e ha fissato l’inflazione programmata all’1.7% che vuol dire disinteressarsi alla realtà delle famiglie.