Pescara, concessi i domiciliari all’ex governatore Del Turco

di Redazione

Ottaviano Del TurcoPESCARA. Il gip del Tribunale di Pescara, Maria Michela Di Fine, ha firmato l’ordinanza con la quale dispone la scarcerazione per l’ex presidente della Giunta regionale d’Abruzzo, Ottaviano Del Turco, in carcere a Sulmona da 28 giorni nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti nella sanità abruzzese.

Del Turco ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari. Stessa decisione per gli altri indagati ancora in carcere dal 14 luglio scorso: l’ex segretario generale della Presidenza della Giunta, Lamberto Quarta, l’ex capogruppo del Pd, Camillo Cesarone, l’ex assessore alle Attività Produttive, Antonio Boschetti (Pd), l’ex manager della Asl di Chieti Luigi Conga e l’ex amministratore delegato della Humangest, Gianluca Zelli. Per l’ex assessore alla Sanità Bernardo Mazzocca e il suo segretario Angelo Bucciarelli, che si trovavano agli arresti domiciliari, il gip ha respinto la rimessa in libertà e disposto l’obbligo di dimora. Del Turco era stato arrestato il 14 luglio scorso insieme a una decina di assessori e alti funzionari della Regione, con l’accusa di associazione per delinquere, corruzione e concussione. L’inchiesta a loro carico era stata avviata dalla Procura della Repubblica di Pescara. L’ex governatoreandrà a casa con i suoi familiari e potrebbe tornare a Collelongo.

Il gip Di Fine ha motivato la conversione della detenzione in carcere con i domiciliari col fatto che ”è del tutto cessato il pericolo di inquinamento probatorio”. Ma precisa che ”non si può escludere in astratto la possibilità di reiterazione di reati della stessa specie di quelli per cui si procede”. Lo stesso magistrato, valutando positivamente le dimissioni di Del Turco e degli altri indagati, ha precisato che ”la durata della carcerazione, ormai quasi vicina ai trenta giorni, soprattutto alla luce della personalità degli indagati del pregresso personale sistema di vita privata e pubblica, e quanto al solo del Turco dell’età avanzata, può assumere una valenza significativa per la maggiore afflittività ad essa connessa, incidendo conseguentemente sul sussistente pericolo di recidiva specifica”. ”Questo mi consente – ha proseguito il gip Di Fine – di rivedere il giudizio sulla misura idonea a tutelare le esigenze cautelari apparendo in tal senso adeguata per gli indagati Del Turco, Quarta, Cesarone e Boschetti anche la misura degli arresti domiciliari con restrizioni come da dispositivo in grado di arginare i pericoli sopraevidenziati e impedire la ricostituzione del vincolo associativo o d’effettuazione di ulteriori attività delittuose anche solo al fine di consolidare definitivamente ingenti proventi dell’attività delittuosa”.

La richiesta di scarcerazione era stata presentata dal procuratore di Pescara, Nicola Trifuoggi, anch’egli convinto che “non vi sarebbero più pericoli di inquinamento delle prove, né di reiterazione del reato né di fuga”, e inoltre “nell’ordinanza del gip era prevista la detenzione in carcere fino al 14 agosto”. Nel mentre, i legali difensori di Del Turco e degli altri indagati non hanno presentato nessuna istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame. Dunque, le parti hanno rinunciato al braccio di ferro, con la mitigazione delle rispettive misure cautelari che hanno colpito gli indagati.

Ora si attende l’incidente probatorio dinanzi al gup, previsto per l’8 settembre, dove sarà presente l’imprenditore nel campo della sanità Vincenzo Angelini, grande accusatore dell’ex governatore, dalle cui dichiarazioni è scaturita l’inchiesta.

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