MILANO. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non si arrende e, attraverso i suoi legali, ha presentato un ricorso in Cassazione nellambito del processo Mills.
Gli avvocati del Cavaliere, Piero Longo e Niccolò Ghedini, hanno chiesto alla Suprema Corte di annullare il provvedimento con cui, il 17 luglio scorso, la corte d’Appello di Milano ha respinto l’istanza di ricusazione nei confronti del giudice Nicoletta Gandus, titolare del processo sui presunti fondi neri Mediaset che vede il premier, insieme a David Mills, imputato per corruzione in atti giudiziari.
Nel ricorso presentato dagli avvocati del presidente del Consiglio si legge: Questi difensori ritengono che dalla documentazione depositata emerga come la dottoressa Gandus nutra un’ostilità profonda, di natura ideologica, nei confronti dell’operato politico dell’onorevole Berlusconi, ostilità profonda che non può non interessare anche la persona dell’imputato, stante l’inscindibilità tra lo stesso e le sue azioni. A ciò gli avvocati aggiungo che, secondo il loro parere, un giudice dovrebbe essere sempre imparziale: Nulla può garantire all’imputato, ex avversario, che il giudice che deve giudicarlo abbia compiuto una tale metamorfosi da essere diventato una persona diversa da quella che lo criticava ferocemente, e da non conservare memoria alcuna di quella sua attitudine. Forse l’inconscio individuale, dove i pensieri e le pulsioni di ciascuno vengono ricondotti ad un’unità senza tempo, non è poi così facile da aggirare.
Lo scorso 17 luglio, però, avevano respinto listanza di ricusazione presenta da Berlusconi poiché ritenevano che per accogliere tale istanza si sarebbe dovuta riconoscere un’avversione verso la persona di Silvio Berlusconi. In realtà i giudizi espressi dalla Gandus, in diversi siti internet, erano riferiti, secondo il parere dei giudici d’Appello, alla politica messa in atto dal premier durante il suo escutivo.