ROMA. Pomeriggio decisivo per le sorti di Alitalia. E in corso, infatti, lincontro tra nove sigle sindacali e il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, il ministro dellEconomia Giulio Tremonti, il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, il ministro dei Trasporti Altero Matteoli e il commissario straordinario Augusto Fantozzi.
Un faccia a faccia inevitabile date le circostanze e durante il quale si deciderà del futuro della compagnia di bandiera nonché delle sorti dei lavoratori in esubero che dovrebbero essere assorbiti dalla pubblica amministrazione.
Esprime pessimismo il segretario della Cgil Guglielmo Epifani: Le premesse non sono buone. Come sempre parteciperemo e diremo la nostra e cercheremo di far passare un pensiero attento sia al risanamento dell’azienda sia alla tutela dei lavoratori interessati. Ma le premesse non sono buone per il semplice fatto che Alitalia è tecnicamente fallita. – continua Epifani – Stiamo parlando di un’azienda che così come è non è in condizioni di andare avanti. Questo rappresenta un problema per il Paese, per la comunità nazionale, per l’interesse dei suoi cittadini, delle sue imprese e per quello che ci riguarda direttamente rappresenta un grandissimo problema per i quasi ventimila lavoratori che ci lavorano tutti i giorni. e conclude – Quindi dobbiamo cercare una via molta stretta, resa ancora più stretta dai vincoli e dalle procedure europei, di trovare un piano di rilancio credibile in ragione del quale si giustificherebbe il fatto che lo Stato si accolli una parte delle risorse necessarie per liberare la nuova compagnia con il fatto che bisogna dare risposta al maggior numero possibile di lavoratrici e lavoratori.Il segretario della Cgil risponde anche alle parole del ministro Brunetta che aveva affermato di andare avanti, anche senza lavallo dei sindacati: Brunetta ha perso un’occasione per stare zitto. Visto che non gli compete né il piano industriale né il problema degli esuberi.
Di opinione diversa, invece, il leader della Cisl Raffaele Bonanni che afferma: Quello che si sta costruendo è un evento positivo, non capisco perché deve essere visto negativamente.
Intanto anche il presiedente del Consiglio Silvio Berlusconi ha speso buone parole per il piano di salvataggio di Alitalia: Era assolutamente prevedibile che ci fosse bisogno di qualche sacrificio stiamo vedendo con i sindacati, ma sono convinto che non potremo insieme fare altro che dire si allunica soluzione possibile. Rifiutare questo piano vorrebbe dire la chiusura di Alitalia, la perdita del lavoro per ventimila persone ma soprattutto la fine di una compagnia di bandiera necessaria per un paese come il nostro. Era difficile trovare i capitali e lo abbiamo fatto; era difficile trovare imprenditori che fossero i migliori e li abbiamo trovati; era difficile – conclude il premier – fare un piano industriale che garantisse una società in attivo e labbiamo fatto.
Alla vicenda Alitalia si era affacciato anche il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo che aveva avanzato la proposta di entrare nella cordata che rileverà la compagnia aerea. Su tale ipotesi è intervenuto il ministro Scajola che ha respinto fermamente lentrata in affari della regione Lazio: Gli imprenditori si occupino delle imprese e i governatori dei problemi della gente. Ognuno faccia il suo mestiere. La Regione Lazio si occupi di più dei servizi ai cittadini. Penso che l’impresa la debbano fare coloro che per vocazione e mestiere fanno questa scelta e cioè gli imprenditori.