Fmi: “Crisi da 1400 miliardi di dollari”. Bush chiede G8

di Antonio Taglialatela

Crisi finanziariaLUSSEMBURGO. Una crisi che costerà 1400 miliardi di dollari. E’ la previsione del Fondo monetario internazionale, secondo cui fine di settembre le svalutazioni hanno raggiunto quota 760 miliardi di dollari, di cui 580 miliardi a carico di banche.

Tra l’altro, lo stesso Fmi rende noto che è emerso soltanto il 55% delle perdite potenziali conosciute e che la situazione potrebbe peggiorare generando ulteriori svalutazioni di altri 80 miliardi. “Con i mercati mondiali alle prese con crescenti turbolenze, – scrive il Fondo – misure politiche internazionali organiche e decisive saranno richieste per il ripristino della fiducia nei sistemi finanziari. Non fare questo potrebbe tradursi in un periodo in cui il processo di deleverage diventi sempre più disordinato e costoso per l’economia reale”.

La crisi potrebbe spingere, inoltre, la Federal Reserve (Banca centrale americana) ad operare un ulteriore taglio dei tassi d’interesse nella prossima riunione del 28 e 29 ottobre. Mentre il presidente della Bce (Banca centrale europea), Jean-Claude Trichet, ha evidenziato che “i rischi della crisi sono stati sottovalutati a livello di economia internazionale e ora siamo a un punto in cui faremo tutto il possibile”. Trichet ha anche ribadito che il ruolo della Bce, che sta cooperando intensamente con la Fed, è di garantire liquidità al sistema e non può intervenire in caso di problemi di solvibilità.

Intanto, l’Ecofin boccia l’idea, sostenuta da Francia, Italia e Olanda, di istituire un fondo dell’Unione Europea per salvare le banche. I 27 ministri delle Finanze europei, riuniti in Lussemburgo, hanno tuttavia raggiunto un accordo per innalzare da 20 mila ad almeno 50 mila euro la soglia minima di garanzia dei depositi bancari in caso di fallimento di istituti di credito europei. In molti Paesi, però, la soglia prevista sarà di 100 mila euro.

E’ tornato a muoversi anche il presidente americano George W. Bush, il quale ha contattato il premier italiano Silvio Berlusconi, il francese Nicolas Sarkozy e il britannico Gordon Brown dichiarandosi disponibile a partecipare ad un summit del G8 dedicato alla crisi finanziaria.

Tra i vari interventi registrati durante l’ennesima giornata di inferno per l’economia americana ed europea quello del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, per il quale “conoscendo un po’ l’Europa, questo è il massimo possibile che poteva fare” e, nel caso la risposta dei mercati continuasse ad essere negativa, “il piano B come Europa è quello del Fondo comune. Ma per farlo bisogna essere in 27”.

Il governo spagnolo di Zapatero attacca invece il capo di stato francese Sarkozy, che ha organizzato sabato scorso, a Parigi, la riunione tra Francia, Germania, Regno Unito e Italia, non invitando la Spagna. “Credo che Sarkozy abbia sbagliato”, afferma il ministro dell’interno Alfredo Perez Rubalcaba.

Dalla Gran Bretagna, il governo di Brown sta predisponendo un “piano globale” per il salvataggio delle banche del Regno Unito, alle quali verrebbero elargite dosi di liquidità tramite acquisizioni di partecipazioni azionarie.

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