ROMA. La prima sezione penale della Cassazione ha deciso che il tribunale di sorveglianza di Napoli deve riesaminare la richiesta di differimento della pena per un anno avanzata da Bruno Contrada, lex dirigente del Sisde, condannato a dieci anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Proprio ieri la quinta sezione della Corte di Cassazione aveva respinto listanza di revisione presentata dallavvocato di Contrada, Giuseppe Lipera,per riaprire il processo a carico di Contrada, da 4 mesi agli arresti domiciliari per motivi di salute dopo una lunga detenzione nel carcere militare casertano di Santa Maria Capua Vetere.
Contrada è accusato, nonostante abbia dichiarato sempre la sua innocenza, di aver favorito e protetto la latitanza dei mafiosi in base alle dichiarazioni di alcuni poliziotti e pentiti, tra cui Gaspare Mutolo, Tommaso Buscetta, Giuseppe Marchese e Salvatore Cancemi. La difesa del 77enne ex dirigente del Sisde punta molto sulludienza camerale prevista il prossimo 5 novembre, nel corso della quale, dinanzi al Gip di Caltanissetta, si discuterà sulla richiesta di archiviazione delle indagini nate da un esposto denuncia presentato da Contrada.
Secondo l’avvocato Lipera, la totale estraneità del suo assistito, che ha sempre detto di essere un fedele servitore dello Stato e di essere stato incastrato dagli stessi mafiosi, potrà essere dimostrata dalle indagini che verranno fatte sui due faldoni. Successivamente, assicura lavvocato di Contrada, sarà presentata un’altra istanza di revisione.