Uccise i genitori, concessa semilibertà a Pietro Maso

di Antonio Taglialatela

Pietro Maso MILANO. Il 17 aprile del 1991 uccise i genitori e fu condannato a 30 anni di carcere. Oggi, dopo 17 anni, i giudici del tribunale di sorveglianza di Milano hanno ammesso Pietro Maso al regime di semilibertà.

All’epoca dell’omicidio, compiuto a Montecchia di rosara, in provincia di Verona, l’allora 19enne Maso, con altri tre amici, indossando abiti da lavoro e maschere di carnevale, massacrò il padre e la madre, Antonio Maso e Rosa Tessari, con un tubo di ferro. Confessò l’atroce delitto, dicendo di averlo commesso per impossessarsi dell’eredità. Dalle indagini emerse che il giovane aveva pensato di uccidere anche le sue due sorelle Nadia e Laura. Dopo aver ucciso i genitori, Maso si recò con i complici in discoteca, per crearsi un alibi.

La pena di 30 anni fu confermata sia in appello che in Cassazione, dove la condanna divenne definitiva nel 1994. Nell’aprile 2007, Maso, detenuto nel carcere milanese di Opera, aveva già ottenuto un permesso premio di un solo giorno, uscendo la mattina e rientrando la sera. In un’intervista rilasciata lo scorso anno affermò: “Sono una persona diversa, 16 anni di carcere mi hanno cambiato. Mi ero perso, ho cercato di ritrovarmi, grazie anche alla fede. Ai ragazzi che mi scrivono e mi raccontano che vogliono uccidere i genitori dico di fermarsi, di ragionare, di ricucire i rapporti. Non ho potuto salvare me stesso, almeno ci provo con gli altri. Perché quando fra cinque anni uscirò di qui, anche queste cose, forse, mi serviranno per iniziare una nuova vita”.

Al caso Maso è ispirato il film del 1994 di Luciano Manuzzi “I pavoni”. Ha anche partecipato ad una rappresentazione del celebre musical “Jesus Christ Superstar” dove interpretava un angelo.

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