Era il 21 maggio del 2004, a bordo della loro barca a vela Delfino Bianco, Pietro Colombo e sua moglie Giuseppina Nicolini stavano attraversando le acque greche, tra Prevza e Lekfada.
Improvvisamente la tragedia, Giuseppina cade dallimbarcazione e, ancora legata a una corda di sicurezza, annega nelle acque greche. A dare lallarme è il marito limprenditore Colombo che, allalba, avverte le autorità greche. La ricostruzione da lui fornita non ha mai convinto gli inquirenti, infatti, dopo le prime indagini in Grecia, il sostituto procuratore Giovanni Polizzi aprì un fascicolo, a Busto Arsizio, accusando Colombo di omicidio volontario dopo averraccolto una serie di elementi indiziari come i segni di ecchimosi sul corpo della Nicolini e unassicurazione reciproca sulla vita di cui lui si trovò a beneficiare. Colombo era nella sua abitazione quando, giovedì sera, sono arrivati i carabinieri che lhanno fermato su mandato di arresto europeo. Dopo una perquisizione domiciliare, gli è stato sequestrato del materiale informatico che potrà essere eventualmente utilizzato per le indagini, sempre che contenga elementi d’interesse. La situazione dei prossimi giorni vedrà probabilmente una sorta di braccio di ferro tra la giustizia italiana e quella greca. Starà ora alla Corte d’Appello di Milano valutare il da farsi, se estradare o meno Colombo, cheattende il suo destino in una cella del carcere di Busto Arsizio.