ROMA. LItalia non è sola nella richiesta di posticipare di un anno ogni decisione riguardante le misure da adottare sui cambiamenti climatici e lenergia.
Lo afferma il premier italiano Silvio Berlusconi, alla vigilia del Consiglio dei ministro dellAmbiente dellUnione Europea in Lussemburgo. La richiesta di avere più tempo per approfondire il tema dei costi per la riduzione dellanidride carbonica è stata condivisa da altri nove Stati. – spiega il presidente del Consiglio – Non cè quindi nessun isolamento dellItalia in Europa, ma solo la continuazione di un costume deteriore dellopposizione e cioè quello di fare polemiche anche contro il proprio Paese. Il Cavaliere, in merito ad alcune notizie che parlano di unItalia isolata in Europa sulle questioni climatiche, smentisce: Abbiamo richiesto che i costi della riduzione delle emissioni di anidride carbonica vengano sostenuti in modo eguale da ciascun cittadino europeo. Altrimenti, – conclude Berlusconi – i costi stessi sarebbero più pesanti per i Paesi manifatturieri.
Dalla sua parte, secondo il premier, lItalia avrebbe nove stati europei, che comunque non rientrano tra i big, in quanto tra questi ci sarebbero Polonia e Ungheria, due nazioni non certo allavanguardia dal punto di vista industriale. Mentre la Francia (che ha la presidenza di turno dellUe), Germania, Gran Bretagna e Spagna sono determinate ad andare avanti, cercando un accordo entro dicembre. Il governo italiano vorrebbe prendere tempo, anche alla luce della crisi economica, per verificare, nel corso del 2009, costi e benefici dellobiettivo Ue, così da modificare gli accordi se risultassero onerosi.
Una posizione che sposa il governo degli Stati Uniti, e in particolare il presidente George W. Bush, che considera prioritaria, rispetto a ogni impegno internazionale, ladesione delle nuove economie come la Cina e lIndia. Tuttavia, il piano sembra non trovare daccordo uno dei prossimi titolari della Casa Bianca, ovvero Barack Obama e lo stesso candidato repubblicano John McCain.