ROMA. Un serpentone di un milione di persone, capeggiato dal leader del Pd Walter Veltroni e il segretario della Cgil Guglielmo Epifani, questa mattina, ha attraversato le strade della capitale da piazza della Repubblica a piazza del Popolo.
Studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e genitori sono arrivati a Roma con treni e pullman da tutte le città dItalia per manifestare contro la legge del Ministro dellIstruzione Maria Stella Gelmini. Un gruppo di manifestanti ha raggiunto il Ministero dellIstruzione, in viale Trastevere, e al grido di: Assedio, assedio. Gelmini arrenditi sei circondata, hanno srotolato un nastro bianco e rosso allentrata del dicastero per chiuderlo simbolicamente.
Secondo i sindacati organizzatori dello sciopero, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, circa il 90% delle scuole pubbliche italiane sono rimaste chiuse, mentre i dati forniti dal ministero dellIstruzione parlando di unadesione del 57,1%: su 452.105 dipendenti 258.152 hanno incrociato le braccia.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha criticato aspramente la manifestazione: Vedo una sinistra scandalosa che ha la capacità di rovesciare il vero e dire il contrario della verità. Il governo deve ascoltare questa protesta, non può restare sordo alla voce di chi nella scuola vive ogni giorno. – ha affermato Veltroni che, dopo la conversione in legge del decreto Gelmini, ha proposto il referendum – A Roma centinaia di migliaia di persone, professori, studenti, genitori, personale non docente, hanno dato vita a una straordinaria manifestazione di popolo.
Parole dure nei confronti del Governo anche da parte del segretario della Cgil Epifani, che è intervenuto durante il comizio conclusivo in piazza del Popolo: State segnando una giornata memorabile, non solo per la scuola ma per la nostra democrazia, per il futuro del paese, per i nostri giovani. La forza di questa piazza è la forza della democrazia ed è uno scudo per i nostri giovani. Qui c’è la maggioranza del paese che non si rassegna, che non abbassa la schiena, che non si fermerà.
In moltissime città italiane sono stati organizzati cortei di protesta in concomitanza con la grande manifestazione nelle capitale: a Milano, a Torino, a Napoli, a Bari, a Brescia e molte altre ancora. A Bologna, in particolare, a sostenere gli studenti, radunatisi in piazza Maggiore, è arrivato anche Beppe Grillo. Al suo arrivo alcuni manifestanti hanno urlato: Beppe Grillo non ti vogliamo, non vogliamo prime donne. La manifestazione è loro. ha commentato Grillo – Io sono venuto qui soltanto a testimoniare, non a prendere meriti. In molti mi hanno scritto chiedendomi che cosa ci facevo a casa mentre loro erano in giro a prendere manganellate. Sono venuto a prenderle anche io. E’ ovvio – ha aggiunto – che ci sia qualche contestazione. Ci mancherebbe. Mi vedono come artefice della caduta della sinistra. E’ normale che qualcuno contesti. Ma devono identificare chi sono i veri nemici. Mi fa piacere che ci siano pareri diversi, capire che cosa possono pensare i ragazzi.