Il proprietario di Mediaset vuole aumentare l’Iva a Sky

di Angela Oliva

Berlusconi e MurdochROMA. Il governo decide di raddoppiare l’Iva alle pay tv in Italia, che finora avevano una detassazione dell’imposta pari al 10%.

Tradotto: raddoppiare l’Iva a Sky e, di conseguenza, far aumentare l’abbonamento a 4 milioni e 700mila famiglie italiane. Quando si dice “misure anticrisi”.

Ma c’è anche una questione di “concorrenza sleale” poiché il premier Silvio Berlusconi (nella foto col patron di Sky Rupert Murdoch) è proprietario di fatto di Mediaset che oggi, con il bouquet sul digitale terrestre, è un concorrente di Sky a tutti gli effetti. Da parte sua, il Cavaliere si difende, sottolineando che Mediaset “non è concorrente di Sky” perché questa “trasmette da satellite”, quasi come se dimenticasse che il suo network trasmette non solo in analogico ma, come dicevamo, anche in digitale, rappresentando anch’esso una “pay tv”, poiché trasmette, rigorosamente a pagamento, partite di campionato e Champions, oltre ad avere canali di cinema e altri canali tematici, quasi la stessa offerta del network di Murdoch. Solo che Mediaset non è coinvolta nell’aumento dell’Iva dal 10 al 20% perché la norma del 1995, abrogata dal governo, riguarda solo la tv satellitare e via cavo.

Ciò nonostante, il Cavaliere afferma: “E’ solo una strumentalizzazione della sinistra, anche Mediaset sarà danneggiata”. A questo replica l’esponente del Pd ed ex ministro delle telecomunicazioni Paolo Gentiloni: “L’eventuale coinvolgimento di Mediaset sarebbe comunque insignificante perché relativo non alle carte prepagate del calcio ma soltanto agli abbonamenti mensili per alcuni canali digitali. In pratica, anche se fosse vero questo coinvolgimento, sarebbe infinitesimale”.

Il segretario del Pd, Walter Veltroni, poi rincara la dose: Questa misura è un modo per colpire un’impresa, Sky, che produce e dà lavoro e per colpire i cittadini, deprimendo ulteriormente il Paese. E’ una misura che agisce per il 92% sul principale concorrente di Berlusconi. E poi siamo sempre da capo a dodici: il governo prende una misura che è un aumento delle tasse perché non stiamo parlando di famiglie ricche ma dei tifosi di calcio che si sono abbonati a Sky, ora si trovano il prezzo raddoppiato”.

Per il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, non esiste un caso Sky, ma esiste un “caso Mediaset”. “Il provvedimento voluto dal Presidente del Consiglio e dal Governo che aumenta l’imposta sulle pay tv – ha detto Di Pietro – va a danno delle famiglie e dei cittadini perché aumenta le imposte in un periodo in cui la situazione finanziaria e’ cosi’ grave per le famiglie. Per i consumi che stagnano – ha suggerito – c’é bisogno di ridurre le imposte per aumentare i consumi. Lui invece le ha aumentate in modo che i consumi che non piacciono a lui, sui concorrenti, diminuiscono, e rimangono solo i consumi che piacciono a lui”.

A gettare acqua sul fuoco è il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto: “Questa, come altre norme, verrà discussa in Parlamento senza atteggiamenti precostituiti”. Quanto alla fiducia, Cicchitto precisa che “è ancora tutto in discussione” e ricorda che “il 10% di Iva fu dato all’inizio per consentire il decollo dell’azienda. Escludo che questa sia una linea punitiva, è che si sta raschiando il barile per trovare soldi”.

Infine, chiarisce che “non c’è operazione di conflitto d’interessi, sarebbe folle che Berlusconi procedesse contro un’azienda di queste dimensioni e di questo prestigio”. Intanto, però, Sky non resta a guardare e lancia un video spot in cui si dice: “Qualora questo provvedimento fosse confermato dal Parlamento, a partire dal primo gennaio ogni cliente di Sky avrà un aumento delle imposte sul suo abbonamento pari al 10 per cento”. “Se il Parlamento non lo bloccherà, questo aumento delle tasse sul vostro abbonamento entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio. Se credete che questa decisione sia sbagliata scrivete una mail a segreteria.presidente@governo.it”.

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