ROMA. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, interviene sul tema della giustizia ritenendo necessaria e non più rinviabile una riforma della giustizia.
Al di la delle ricorrenti polemiche e strumentalizzazioni – spiega Fini – è innegabile che allo stato attuale la durata dei processi precluda la tutela dei diritti dei cittadini. E ciò è davvero inaccettabile. Ma per il leader di An, ferma restando lindipendenza e lautonomia, occorre anche riflettere sullassetto della magistratura se davvero si vuole che essa sia allaltezza delle proprie funzioni costituzionali. Un pensiero, quello di Fini, che nasce alla luce dello scontro tra le due procure di Salerno e Catanzaro sul caso De Magistris.
A tal proposito,il ministro delle Riforme, Umberto Bossi, si mostra però scettico: Non si possono fare due riforme assieme. Se ci si riesce è meglio ma non so se sono così bravo a fare due cose assieme.Il leader leghista ritiene prioritaria la questione del federalismo: Ognuna delle riforme cammina con gambe proprie ma il federalismo è già in commissione e per forza va avanti prima. E già più avanti. Insomma, per Bossi si potrebbe anche fare, ma in cambio vuole subito il federalismo.
Contrario, nettamente, Antonio Di Pietro: Riformare la giustizia è una cosa, deformarla è unaltra. Le proposte che vogliono realizzare vogliono deformare la giustizia. E sulla possibile che il Partito democratico apra un dialogo con la maggioranza, il leader dellIdv commenta: Il Pd deve capire che prima di sedersi a un tavolo con Berlusconi bisogna vedere chi ha il coltello dalla parte del manico, perché Berlusconi vuole non far funzionare la giustizia. La riforma della giustizia continua Di Pietro – si può fare domattina se si vuole fare davvero, ma ci vogliono più risorse, più personale, più mezzi e tempi per i processi. Ma secondo lui il governo non ha interesse a fare queste cose e con esso una parte dellopposizione che lo segue appecoronata.
Da parte sua il Pd, attraverso il presidente dei senatori Anna Finocchiaro, pone due condizioni per la ripresa del dialogo sulla riforma della giustizia: primo, che non venga toccata la Costituzione, secondo, che si riformino le procedure per assicurare celerità e affidabilità dei processi ai cittadini italiani.