In una giornata caratterizzata dal forte astensionismo (alle urne solo il 53% degli aventi diritto) e dallarresto, in serata, del sindaco di Pescara, Luciano DAlfonso, il candidato del Pdl Gianni Chiodi è stato eletto nuovo presidente della Regione Abruzzo.
Chiodi ha conseguito il 48,81%, dietro di lui Carlo Costantini, candidato del Pd e dellItalia dei Valori, con il 42,67, seguito dagli altri sfidanti Rodolfo De Laurentiis (Udc-Udeur 5,38), Teodoro Buontempo (La Destra 1,90), Ilaria Del Biondo (Partito comunista dei lavoratori 0,76), Angelo Di Prospero (Per il bene comune 0,46).
Cè stata una giunta regionale che ha fallito e una maggioranza silenziosa che ha avuto la meglio, ha commentato il neo presidente, per il quale nel voto ha influito certamente la questione morale, così come è stato importante il buon governo di Silvio Berlusconi. Dalla Regione, sottolinea, è arrivata una chiara indicazione di fiducia, una speranza di rinnovamento per la futura classe dirigente e si dice pronto a fare il sindaco di tutti gli abruzzesi. Tuttavia, considerata la scarsa partecipazione degli elettori (con un calo di 16 punti percentuali rispetto alle regionali del 2005 e di 28 sulle ultime politiche), per Chiodi la prima sfida da vincere è la disaffezione dalla politica, come lui stesso ammette.
Soddisfatto il premier Silvio Berlusconi. Non si è espresso ufficialmente, ma chi ha avuto modo di sentirlo nelle ultime ore riferisce che il Cavaliere è convinto che la sconfitta del centrosinistra sia legata alla sudditanza del Pd allIdv e che non è rimasto colpito più di tanto dallastensionismo, visto che dovrebbe essere concentrato soprattutto a sinistra.
E proprio a sinistra la tensione è alle stelle, tutti cercano giustificazioni e nel mirino finisce soprattutto Antonio Di Pietro. In unintervista a Repubblica, lex governatore Ottaviano Del Turco, protagonista nei mesi scorsi dellinchiesta sulla sanità abruzzese, commenta: Scriva: sono proprio felice. E Di Pietro il vincitore, mi pare chiaro. Mi dicono che avrei contribuito, secondo Di Pietro, alla sconfitta con le ultime dichiarazioni. E cose avrei dovuto fare?. A Il Messaggero, che in unaltra intervista gli chiede se la sconfitta del centrosinistra sia frutto di un errore di Veltroni, alleato con lIdv, Del Turco dice: Certamente. Solo un cieco potrebbe non vedere che è stato commesso un errore micidiale. Del Turco addirittura confessa di non aver votato per il candidato dipietrista Costantini: Ho espresso il mio voto, ma non ho scelto lui.
Anche dalle colonne di Europa, ex quotidiano della Margherita, il messaggio al Pd è chiaro: Liberatevi da questo ircocervo. Di Pietro gioca solo per sé. Farlo crescere allombra del Pd è la cosa peggiore.
Ma lex pm non sta di certo a subire. Pur affermando di non voler polemizzare con quegli strateghi del Pd, Di Pietro sottolinea: Quando si ha un risultato, questo è frutto di impegno, del lavoro, di un linguaggio chiaro, di un comportamento limpido e della determinazione. Nel centrosinistra cè stata piuttosto una resa dei conti tra le due anime, una è quella di chi pensa che la questione morale, se risolta, porta a una democrazia compiuta, e chi pensa facciamo a meno di Di Pietro e passa il pizzino allavversario. E bene che il partito riformista faccia un bagno di umiltà e invece di criminalizzare sempre la nostra azione ammetta che lelettore si riconosce di più in questa nostra linearità di comportamento che nelle alchimie di Palazzo. E chiarisce: Veltroni non ha mai rotto i ponti con noi. Ebbene, il segretario salti il fosso e gli altri sappiano che lalleanza con noi porta a un risultato che può permetterci di competere con il centrodestra. Quanto a uneventuale alleanza con lUdc, Di Pietro commenta: DallUdc dei Tabacci imparo qualcosa, dallUdc dei Cuffaro mi scanso per evitare di rimanere sfregiato.