Napoli, giovane ucciso a Capodanno: si costituisce figlia del boss

di Redazione

Nicola SarpaNAPOLI. Manuela Terracciano, ritenuta responsabile dell’omicidio di Nicola Sarpa, ucciso da un proiettile vagante la notte di Capodanno, si è costituita nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, nel casertano.

La 23enne, figlia del boss Salvatore Terracciano (capo dell’omonimo clan napoletano, detenuto in carcere da due anni con l’accusa di estorsione), si era resa irreperibile dalla notte dell’omicidio. Su di lei pendeva un decreto di fermo con l’accusa di omicidio volontario. Si è presentata nel penitenziario accompagnata dal suo legale, per il quale la ragazza “è vittima di un clamoroso equivoco”. La sua breve latitanza, secondo gli inquirenti, sarebbe stata favorita dal clan capeggiato dal padre.

Manuela TerraccianoLa Terracciano, in base alle ricostruzioni finora effettuate, era in strada, in Vico Lungo Trinità degli Spagnoli, e festeggiava il Capodanno con una pistola calibro 7.65 in mano, dalla quale sarebbe partito il proiettile che ha raggiunto Nicola Sarpa, appena uscito sul balcone di casa proprio per chiamare e far rientrare il fratellino di 8 anni, che era in cortile a giocare.

Ad aiutare gli investigatori sono state le testimonianze di alcuni abitanti dei Quartieri Spagnoli, una situazione quasi paradossale considerando che nella zona ha sempre regnato un clima di omertà riguardo a fatti criminosi, forse dettata dalla ripugnanza verso un gesto che ha portato alla morte di un giovane da tutti considerato come un bravo ragazzo. Tra l’altro, come riferito da alcuni residenti, il clan Terracciano “non fa più paura” nel quartiere, poiché ridimensionato dagli arresti.

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