Archivio Genchi, Berlusconi: “Presto un grande scandalo”

di Redazione

Silvio Berlusconi ROMA. Durante un comizio ad Olbia, il premier Silvio Berlusconi è ritornato sul tema delle intercettazioni ed ha annunciato l’uscita di “uno scandalo che forse sarà il più grande della storia della Repubblica. Un signore ha messo sotto controllo 350 mila persone”.

Il riferimento è al caso dell’archivio di Gioacchino Genchi, consulente dell’ex pm di Catanzaro e titolare dell’inchiesta “Why Not” Luigi De Magistris. Un archivio che racchiuderebbe centinaia di intercettazioni di parlamentari (si parla degli ex ministri della Giustizia Clemente Mastella e degli Interni Beppe Pisanu, oltre che dell’ex sottosegretario e attuale ministro ombra Marco Minniti), esponenti delle forze armate e dei servizi segreti.

“Dobbiamo essere decisi e non consentire che questo sistema che la nostra Costituzione considera come eccezionale possa continuare. Dobbiamo imporre limiti certi, sicuri per i cittadini”, ha detto Berlusconi, anche in vista della discussione di una riforma che riduca l’utilizzo delle intercettazioni da parte dei magistrati.

Sul caso interviene anche l’esponente del Pd Francesco Rutelli, presidente del Copasir (Comitato per la sicurezza della Repubblica), secondo cui Genchi avrebbe raccolto tabulati telefonici e acquisizioni di dati riguardanti moltissime persone non indagate. “In questi giorni – ha detto Rutelli – stabiliremo le audizioni e ascolteremo anche processualisti che ci aiuteranno a verificare se queste attività siano state rispettose della legge o meno”.

Ma l’ex consulente di De Magistris, intervendo a “Radio Anch’Io”, ieri ha provato a ridimensionare la vicenda. “Non esiste alcuna banca dati – ha detto Genchi – e non ho mai svolto una sola intercettazione né telefonica né ambientale – si difende Genchi-, ho solo e sempre analizzato dei dati che provenivano dal fascicolo e che erano acquisiti dalle indagini preliminari o al processo. Quegli stessi dati sono poi stati messi a disposizione dei difensori e su quegli stessi dati si sono fatti dei processi e ci sono centinaia di sentenze che lo confermano”.

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