28 febbraio 1986, l’assassinio di Olof Palme

di Redazione

Olof PalmeAccadde Oggi. Una sera fredda di febbraio, a Stoccolma, il primo ministro Olof Palme, uscendo da un cinema della capitale, viene ucciso da un killer ancora oggi rimasto senza volto.

Palme, uno degli uomini politici più famosi dell’epoca, ebbe posizioni molto controverse anche nell’ambito della socialdemocrazia svedese, una delle più celebri al mondo e protagonista della nascita del “welfare”: il premier di Stoccolma appoggiò la rivoluzione cubana, si schierò contro la guerra in Vietnam e per la Primavera di Praga, combattè contro il nucleare e al fianco dell’African National Congress e dell’Olp palestinese, e denunciò il regime di Franco. Un “riformista rivoluzionario”, forse scomodo per troppi, di sicuro non amato dagli Usa che congelarono a più riprese le relazioni con Stoccolma. Il premier svedese girava senza scorta e a piedi o in bicicletta, vivendo come una persona comune, cosa non passata inosservata ai suoi assassini, e la sua partecipazione alle principali cause democratiche del Terzo Mondo possono essere state la ragione del suo assassinio: una settimana prima di morire, Palme dichiarò al Parlamento svedese che l’apartheid sudafricano non poteva essere riformato ma soltanto eliminato.

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