2 marzo 1818, Belzoni scopre tempio di Abu Simbel

di Redazione

tempio di Abu SimbelAccadde Oggi. Uomo poliedrico Giovanni Battista Belzoni, nasce a Padova nel 1778 e per evitare l’arruolamento nell’esercito di Napoleone a 25 anni fugge in Inghilterra.

Qui sfrutta la sua particolare stazza fisica, è alto due metri, e lavora in un Circo, dove interpreta l’uomo forzuto. Giramondo per necessità, ma anche per gusto, finisce in Egitto, dove, sfruttando le proprie doti di gran conoscitore meccanico, costruisce una pompa idraulica che cerca di vendere in loco. Al soldo di Henry Salt, lo ritroviamo impegnato nel trasferimento della gigantesca statua di Ramesse II (del peso di ben 12 quintali) da Ramesseum al Nilo, ci riesce con mezzi di fortuna in solo due settimane, aprendosi la strada nel campo dell’archeologia moderna. Siamo in una fase storica dove in Egitto circolano archeologi e veri e proprie tombaroli, Belzoni sarà invece uomo rispettoso di regole e dotato di una notevole fortuna e fiuto nelle sue grandi scoperte. Cominciò a navigare in lungo ed in largo il Nilo, fino ad approdare alle sabbie di Assuan, dove ritroverà il tempio di Abu Simbel (2 marzo del 1818). Continuerà scoprendo la città di Berenice, esplora la Valle dei Re, scopre la Tomba di Seti I (rinominata Tomba di Belzoni). Secondo le “regole” dell’epoca molti dei reperti scoperti vengono portati e veduti dallo stesso Belzoni in Inghilterra. Nel 1818 scopre la Piramide di Chefren. In Egitto lo rispettano perché uomo capace e alla mano, che tra l’altro veste come gli indigeni. Morirà di dissenteria in Nigeria nel 1823 a soli 45 anni. Tra le sue stranezze la firma che appone su molte delle sue scoperte. Nonostante tutto la sua storia resta nell’oblio, anche se George Lucas si ispira alla sua figura quando mette su pellicola Indiana Jones. Probabilmente l’Italia dovrebbe dare maggiore risalto a questa avventurosa figura di archeologo ante litteram.

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