Passa alla Camera il Federalismo fiscale, Bossi: “E’ fatta”

di Redazione

Bossi e BerlusconiROMA. Via libera della Camera al disegno di legge sul federalismo fiscale. Il provvedimento ora tornerà al Senato per la terza lettura e l’approvazione definitiva, attesa entro Pasqua.

319 voti a favore, 35 contrari e 195 astenuti, il risultato della votazione. I deputati del Pd, come aveva annunciato il segretario Dario Franceschini, hanno invece deciso di astenersi. Favorevole invece il voto dell’Italia dei Valori, mentre l’Udc si è dichiarata contraria.

Il premier Silvio Berlusconi si è mostrato soddisfatto dell’esito del voto e ha parlato di “un nuovo passo sul cammino di modernizzazione dello Stato”. “Porteremo domani alle Regioni un decreto legge semplificato, – ha aggiunto il premier subito dopo il via libera di Montecitorio – l’ho corretto riducendolo all’essenziale e sono aperto ad un confronto con le Regioni, perchè loro pensano che il decreto legge non sia necessario”.

Entusiasmo nella Lega Nord: “Ormai è fatta”, esclama il leader Umberto Bossi. “Questa è luna delle giornate politiche più belle della mia vicenda politica. Sono anche un po’ commosso”, ha commentato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, aggiungendo: “Quest’anno sono 30 anni dal mio primo incontro con Bossi. – ha aggiunto – C’è voluto un po’ di tempo per tradurre in legge l’intuizione di Bossi, ma adesso ce l’abbiamo fatta”.

Il testo votato alla Camera prevede, tra l’altro, il passaggio per gli enti locali dal principio della spesa storica a quello dei costi standard, e dai trasferimenti statali alla compartecipazione ai tributi erariali. Gli enti territoriali avranno in prospettiva autonomia tributaria, ma non dovrà aumentare la pressione fiscale nel suo complesso. Un fondo perequativo garantirà anche agli enti locali delle aree più svantaggiate di poter contare le stesse risorse di cui dispongono oggi grazie ai trasferimenti statali. Prevista anche la perequazione infrastrutturale. Il ddl consente poi la creazione di nove città metropolitane, fra cui Reggio Calabria, e di “Roma Capitale”. E proprio per Roma, poi, è passato l’ordinamento transitorio che ne sancisce i poteri. Varato il testo, si passerà alla stesura dei decreti attuativi su cui dovrà dare parere una Bicameralina composta da metà deputati e metà senatori.

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