Roma, perde una causa e fa strage in uno studio legale

di Redazione

carabinieriROMA. E’ l’imprenditore edile Santo Barbino, 67 anni, l’uomo che giovedì pomeriggio, in uno studio legale di Ladispoli, ha tirato fuori una pistola e ha esploso sei colpi contro tre avvocati, uccidendone due e ferendone gravemente un terzo.

In tarda serata, verso le 22, si è costituito al commissariato di polizia Primavalle a Roma, dove si era rifugiato da alcuni parenti. Il motivo del folle gesto sembra sia da ricondurre ad una causa persa, o da parte di un suo ex dipendente o della sua ex colf, che avrebbe provocato il pignoramento di un suo appartamento.

L’uomo, incensurato, è originario della Calabria e da tempo vive a Ladispoli, dove è conosciuto col soprannome di “Santino ‘o calabrese”. In passato è stato anche titolare di agenzie immobiliari. Convive con una donna russa e sarebbe alle prese con gravi problemi economici e familiari.

Ha ucciso Francesco Terracciano, 73 anni, titolare dello studio legale, e il collega Paolo Salineri, 39 anni. Il figlio di Terracciano, Marco, 33 anni, anche lui avvocato e delegato del sindaco di Ladispoli alla liquidazione del consorzio del quartiere Cerreto, si trova invece in gravi condizioni all’ospedale San Camillo. E’ stato proprio Marco Terracciano, prima di perdere i sensi, a fare il nome di Barbino, riportato anche sull’agenda degli appuntamenti del padre. Sembra che l’imprenditore avesse già avanzato minacce e che volesse uccidere solo il titolare dello studio ma l’avvocato Salineri e il figlio Marco sono stati coinvolti nel tentativo di disarmarlo.

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