28 aprile 1794, i moti rivoluzionari sardi

di Redazione

 Accadde Oggi. Il moto di ribellione contro i piemontesi, noti anche come Vespri Sardi, partono subito dopo la forte difesa che proprio gli abitanti dell’isola riescono ad opporre contro i francesi che cercano di conquistarla.

I sardi riesco a tener fronte ai francesi e a farli tornare in patria.Re Vittorio Amedeo III cerca di ringraziare gli isolani che gli hanno salvato il trono. Ma come al solito le ricompense vanno in forma maggiore ai piemontesi, mentre ai sardi restano gli spiccioli, 24 doti da 60 scudi da distribuire tra le zitelle povere, 4 posti gratuiti per i Collegio dei Nobili di Cagliari, 2 posti nel Collegio dei Nobili di Torino, 1000 scudi l’anno per l’Ospedale civile di Cagliaru, l’amnistia per tutti i crimini commessi prima della guerra.

I sardi, indispettiti dalle “concessioni” piemontesi, rilancianocon una richiesta di supporti che prevede 5 punti: convocazione delle corti generali, conferma di tutte le leggi, privativa degli impieghi, l’istituzione di un Consiglio di Stato, l’istituzione di un Ministero per gli Affari della Sardegna.

L’intervento del viceré della Sardegna, Vincenzo Balbiano, cerca di dissuadere il re dal fare elargizioni ai sardi, anzi sollecita un’operazione di corruzione nei confronti della delegazione che va a Torino. Il tutto serve a far attendere la delegazione per bentre mesi prima di essere ricevuta dal re.

Nel frattempo in Sardegna cresce la rivolta popolare proprio contro il viceré. Inizialmente sarebbe dovuta scoppiare il 4 maggio, data di chiusura della Sagra di Sant’Efisio, ma viene anticipata alla notte del 28 e 29 aprile. Il viceré in quelle ore fa arrestare l’avvocato Cabras, tra i capi della rivolta e con lui per mero errore Bernardo Pintor.Nella condotta di questi al Castello, un gran numero di persone fa una breccia, le campane suonano a distesa.E’ l’inizio della rivolta. La gente cerca il viceré che si nasconde, ma alla fine viene catturato nel palazzo arcivescovile.

Il 7 maggio viceré e soldati piemontesi imbarcati su navi vengono rispediti in Piemonte. Ora l’idea resta quella di dare vita ad uno Stato Sardo, ma le divisioni interne della nobiltà sarda fanno in modo che non vi sia grosso successo per l’idea di una formula repubblicana e così, di lì a pochi mesi, un accordo con il re farà sì che arrivi in Sardegna un nuovo viceré e vengano fatte alcune concessioni importanti per questa terra.

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